Magazine Società
Ieri, 3 ottobre 2012:
Alcuni studenti del Liceo Classico Tommaso Campanella di Reggio Calabria hanno indetto un evento per giorno 4 ottobre 2012, le cui motivazioni sono espresse in un volantino da essi redatto. Dico un evento perchè non saprei come definirlo diversamente; di solito si tratta di manifestazioni, in questi casi, ma il volantino non dice che manifestano, dice che "scioperano a Piazza Italia". E non mi sogno nemmeno di pensare che studenti del Liceo Classico evidentemente così impegnati nella vita pubblica possano avere sbagliato a scrivere in maniera così grossolana. Sorvolo sopra "un intera comunità" senza apostrofo. C'è poi qualcosa che secondo loro sarebbe la fine dell'economia cittadina, ma forse per evitare di farle pubblicità, non la citano. Come si fa a "scioperare in un preciso luogo", domani lo vedremo, ci sarà una tecnica innovativa, magari sperimentata per la prima volta con l'occasione. Quello che è certo è che hanno le idee chiare, e le sapranno sicuramente esporre domani. Io sono curioso di apprendere....
Oggi, 4 ottobre 2012:
Stamattina non potevo mancare; c’era troppo in gioco. C’era il futuro della Città, in ballo; c’era veramente un abisso davanti a Reggio, l’abisso dell’ignoranza, dell’omertà, dell’apatia. La futura generazione di Reggini è stata messa alla prova. Una prova che, a seconda del risultato avrebbe identificato per decenni il popolo Reggino. Almeno fino a quando gli attuali giovani non saranno vecchi e ci saranno altri giovani a dire la loro. Ed io, da vecchio che vorrei lasciare ai miei figli una città onorata e vivibile, non potevo mancare. Ho visto gruppetti di ragazzi stazionare a Piazza Italia, con uno striscione arrotolato, altri ragazzi passare sul Corso Garibaldi e tirare dritto, sordi alla chiamata di quelli fermi in piazza. Ho visto srotolare lo striscione ed affiggerlo al muro di Palazzo San Giorgio, ed una trentina di giovani, non tutti studenti, tra l’altro, stringervisi a capannello davanti come a fare volume, perplessi, forse intimiditi dall’assordante solitudine in cui sono stati lasciati dai loro coetanei. La gioventù di Reggio, all’invito a disertare la scuola per protestare contro lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, ha risposto con la propria presenza alle lezioni. Ha risposto NO alla negazione della realtà, ha risposto No a chi pretende di lasciare la città nello sfascio in cui versa da anni. Non ci possono essere dubbi, i giovani reggini, al di là delle proprie convinzioni politiche vogliono verità, trasparenza, legalità. Oggi sono più tranquillo e fiducioso sul futuro di Reggio; la nuova generazione, i Reggini che non hanno ancora mai votato, hanno le idee oneste e chiare, hanno superato a pieni voti la prima grande prova a cui sono stati sottoposti. La mia generazione, quella che ha già votato, molto meno. Il rapporto tra le due generazioni, per ora, è inversamente proporzionale.
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