Si può fare un film sull’alienazione della società del capitale. Si può fare un film con tanti monologhi filosofici pieni di frasi azzeccatissime sul senso della vita. Si può fare un film con un paio di colpi di scena che ti fanno cambiare totalmente prospettiva sul personaggio e su cosa lo muove. Si può fare un film con un protagonista fighissimo e acclamato. Si può fare, ed è già stato fatto, si chiama Fight Club.
Cosmopolis di David Cronenberg, con uno dei sex symbol più desiderati del momento, il Robert Pattinson di Twilight, è un’intruglio di tutto quello che poteva essere un buon successore di Fight Club, ma massacrato dall’eccessività e dalla strabordanza di personaggi tutti al limite, anzi oltre il limite del credibile. Il protagonista, Pattinson, è un giovane rampante , a 28 anni è il genietto della finanza che tutti vorrebbero essere. Ha un patrimonio di svariati miliardi di dollari e gira con la guardia del corpo.
Dichiara ad inizio film che deve andare a farsi mettere a posto i capelli da un certo parrucchiere. Peccato che lo stesso giorno ci sia una visita del Presidente in città, un funerale di un cantante famoso, e inaspettatamente una specie di rivolta anarchica per le strade. In pratica, per arrivare dal punto A al punto B ci metterà tutto il giorno incontrando personaggi incredibili. Soprattutto l’incredibile è che ogni dialogo a prescindere dal personaggio che lo interpreta è sempre sullo stesso tenore.
Sono tutti grandi filosofi, tutti sparano sentenze neanche fossero il Dalai Lama, e saltano allegramente di palo in frasca nelle discussioni. Un film del genere dovrebbe avere nel cartellone l’avviso come nelle sigarette. “Attenzione la visione di questo film nuove gravemente alla salute dei vostri gioielli di famiglia” , oppure “Severamente sconsigliato alle donne incinta” . Non mi stupisce che la sala fosse quasi vuota e che dopo quindici minuti due persone davanti a me , con un atto di assoluto buonsenso se ne siano andate.
Che dire, provo quasi un senso di deja vu, due articoli fa parlavo del clamoroso flop fatto da due grandi del cinema. Mi rammarico quasi di non aver aspettato altre due settimane cosi’ facevo un articolo unico per tutt’e tre. Vabbè visto che l’unico film che consideravo degno non si è rivelato tale, vi do un consiglio su un altro bello e invisibile che in Italia non si è filato nessuno invece merita dal primo all’ultimo minuto. Gone Baby Gone, regia di Ben Affleck, il quale dimostra ancora una volta di essere molto più bravo dietro la macchina da presa che davanti.
Take Care
di Gimmi Cavalieri