Magazine Cinema

Ciak si Gi...mmi - C'era un avolta Raimi

Creato il 19 marzo 2013 da Calcisulcalcio
Ciak si Gi...mmi - C'era un avolta Raimi
Il più classico dei modi per cominciare a girare i primi cortometraggi è per i registi americani la prima telecamera Super 8 regalata dal padre ed utilizzata per filmini casalinghi girati con gli amici come attori. Il film Super 8 di J.J.Abrams ne fa l’apologia e Sam Raimi il regista di Il grande e potente Oz è uno di questi. 
Non è l’unico punto classico della carriera di questo regista di culto, oltre che essere nato maneggiando una Super 8 ha fatto le sue prime esperienze da "filmaker" con un genere che è stato un po’ la nave scuola per tanti altri, l’horror. Un giovane Raimi propose una sceneggiatura dal titolo The Book of the Dead ad una casa di produzione indipendente, l’idea piaceva, ma il produttore rifiutò il titolo perché la parola libro avrebbe fatto a suo pensare fuggire i giovani. 
Nacque così Evil Dead, da noi La Casa, primo di una trilogia che avrebbe fatto scalpore e sarebbe diventata subito culto. La Casa e sequels è uno dei pochi horror che non può non essere menzionato nei libri di storia del cinema e nei manuali di regia. Un uso sconsiderato della telecamera, zoommate d’autore e l’effetto "Vertigo" (che prende il nome proprio dal film di Hitchcock) usato meravigliosamente bene. A Raimi dobbiamo anche Darkman che oltre ad essere il primo supereroe totalmente psicopatico diede anche il primo ruolo da protagonista a Liam Neeson, probabilmente senza questo film Spielberg non lo avrebbe notato l’anno successivo per fargli fare Oskar Schindler nell’omonimo film. 
Sempre lui è il regista che ha reinventato il genere "cinefumetto", certo i tempi e le tecnologie erano mature, ma è stata la scommessa, con clamoroso successo annesso, del primo Spiderman a riaprire un filone morto e sepolto da anni. E finalmente arriviamo ai giorni nostro, in cui dopo un ritorno al suo genere preferito nel 2009 con Drag me to hell, un horror venato sempre da uno humor che è quasi un marchio di fabbrica, si approda alla Disney con Il grande e potente Oz
Il protagonista è James Franco, uno dei trentenni più interessanti del panorama statunitense, artista a tutto tondo, fotografa, dipinge, scrive racconti. Interpreta un "saltimbanco sciupafemmine" e un po’ egoista che finisce nel mondo di Oz dove tutti attendono un prescelto che arrivi a fermare una sanguinosa guerra fra sorelle. Spaccone e arraffone come pochi, il protagonista sfrutta il fatto di avere lo stesso nome dell’uomo che tutti aspettano, per spacciarsi per un grande mago e poter allungare le mani sulle ricchezze del palazzo reale. 
Le cose però non stanno come sembrano e molte cose verranno scoperte lungo il cammino. Storia disneyana più che mai, dove malgrado la buona regia, i bei colori, l’ottimo 3D, le fantastiche scenografie, ci si distrae ogni tanto sapendo già come andrà a finire, col millantatore egoista che diventa eroe buono e generoso. Probabilmente incatenato dai molti veti dei produttori anche un regista stiloso deve cedere il passo ed imborghesirsi affinché tutti vivano per sempre felici e contenti. Vi aspetto nel mondo di Oz, Take care! 
di Gimmi Cavalieri

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :