Me lo sentivo già un anno fa quando si parlava delle riprese. L’avevo snasato vedendo i primi teaser e trailer. Eppure come un novello Bruce Willis in Armageddon mi sono immolato, lui per il bene dell’umanità e della figlia, io per quello dei lettori del blog appassionati di cinema.
Sono andato al plotone d’esecuzione, sciroppandomi due ore e quindici minuti di uno smielato "cine-fumettone" che ricorda più Twilight che un supereroe Marvel. A cinque anni dall’ultimo Spiderman, il più classico degli eroi Marvel torna sullo schermo nel nuovo film di Marc Webb interpretato da Andrew Gardfield ed Emma Stone, l’unica veramente col "fisique durole".
Gardfield in compenso sta a Peter Parker come Denzel Washington potrebbe essere il protagonista in un film sulla biografia di Berlusconi. A suo tempo quando Raimi, il regista del primo Spideraman, scelse Tobey Maguire, fu una delle scelte più illuminate del cinema, facciona tonda con sorriso timido del perdente che cerca di rabbonire i bulli della scuola facendoli inevitabilmente infuriare ancora di più. Capello laccato con riga da una parte che il solo aver pensato ad una pettinatura del genere ti provoca un "auto smutandamento".
Il secchione perfetto, introverso e destinato ad una vita "fantozziana", sposando probabilmente la ragazza con l’alito più fetido della scuola. Invece il nuovo Peter Parker si veste dimessamente ma con delle felpe e dei giubbottini che probabilmente costano come lo stipendio annuo di un vero sfigato italiano. Ha i capelli cotonati così perfetti che Panten probabilmente lo sta già chiamando come testimonial. Ma soprattutto ha in sé quella supponenza del genietto, un po’ introverso, ma conscio di far parte della stirpe dei nuovi nerd, quelli che se non faranno i soldi di Mark Zuckerberg in ogni caso avranno quantomeno un ufficio superlusso a Sylicon Valley.
Difatti la più bella della scuola si innamora di lui, di Peter Parker, non di Spiderman. Il reboot, o riavvio, non serviva proprio, e soprattutto non serviva farlo tentando di non essere uguali alla storia originale senza però allora reinventarsi completamente il personaggio. Questo Spiderman è terribile e l’unica cosa che mi sento di salvare oltre alla succitata Stone, sono le musiche e gli effetti sonori. I combattimenti sono pochi e sciatti. Anche i doppiatori italiani, probabilmente per allinearsi alla qualità del film hanno dato del loro peggio.
Più di tutto, che voi siate fan dell’Uomo Ragno cartaceo, o abbiate solo guardato la trilogia cinematografica c’è una cosa che sapete sicuramete, che 'da grandi poteri derivano grandi responsabilità' . Era la frase di rito dello zio di Peter Parker. Cinquant’anni di fumetti e 6 ore di film si basano tutti su quella frase. Non so voi, ma io non mi sognerei mai di fare un film su Martin Luther King senza che lui dica “I have a dream” , o un film su un Ken il guerriero che sul petto ha tattuate 8 stelle invece che sette.
Beh , lo avrete già capito, il regista Mark Webb la pensa diversamente. Spero che voi invece pensiate un modo diverso di spendere 10 euro. Take Care
di Gimmi Cavalieri