“Alexander Pope” (di Charles Jervas)
Allora:
io ero in quest’aula d’università
e codificavano il verso libero:
“è così, e poi così
e così e così”.
E l’ombra della lumaca mi seguiva
mentre mi chiedevo se la tecnica
fosse una mia mancanza.
“Alexander Pope”
O cazzo,
mi è caduta la sigaretta
tra le gambe di una signorina
fatta di fumo,
dal sapore vagamente dolce.
“E poi sapete
dovete
dovete
bla bla bla”.
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Piccola pizza malinconica
sciolta in bocca,
assaporata in solitudine.
-
Solita afa
post sogno-lezione,
e così via.