Franco Califano
Così va il mondo, nelle sue alterne vicende: il tempo di salutare Enzo Jannacci ed ecco giungere un’altra triste notizia per la musica italiana, la morte di Franco Califano, er Califfo, avvenuta ieri, sabato 30 marzo, nella sua abitazione di Acilia (RM), pochi giorni dopo essersi esibito sul palco del Teatro Sistina.Cantautore dotato di una certa sensibilità, nascosta tra le pieghe del viveur e dei canoni propri dell’ “artista maledetto”, Califano è stato capace di raccontare, con realismo non disgiunto da toni poetici, disagio esistenziale e contraddizioni umane, tra disincanto e voglia di libertà.
Indimenticabile, a parer mio, il testo di Minuetto, magistralmente interpretato da Mia Martini e ben reso musicalmente da Dario Baldan Bembo o quello di La musica è finita, canzone tra i cavalli da battaglia di Ornella Vanoni, brano scritto insieme a Nicola Salerno su musiche di Umberto Bindi.
Ho pescato a caso fra i tanti titoli, tra i quali rientrano anche quelli interpretati dal Califfo con la sua inconfondibile voce “malandata”, come Tutto il resto è noia o La mia libertà, il suo vero testamento spirituale, unito certo al ricordo di una personalità particolare nel nostro panorama artistico, un mix di spavalda aggressività e candore primigenio, entrambi propri di chi sa come va la vita ma è sempre pronto a stupirsi di ogni sua esternazione e variante in corso d’opera.