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Ciao concertazione

Da Brunougolini
È un coro ormai diffuso. Anzi un "de profundis". Lo hanno cantato alcuni tra i principali organi di stampa. Tra questi "Il corriere della sera", "La repubblica", "Il riformista". La salma sarebbe quella della concertazione. Ovverosia quel metodo adottato da sindacati, imprenditori, governi, per varare alcuni provvedimenti relativi al mondo del lavoro. È successo nel 1993 con Ciampi e prima con Amato. Quella concertazione ci permise di entrare in Europa.
Ora sarebbe una pratica da affossare. Non è mai piaciuta, del resto, nè alla destra liberale, nè alla sinistra più di sinistra. Berlusconi l'aveva rapidamente liquidata affidandola ai colloqui privati tra il ministro Sacconi e Bonanni-Angeletti.
L’accusa principale riguarda i connotati neocorporativi di tale metodo e lo scavalcamento del ruolo del Parlamento. C'è, però, un però. Come potrebbero i sindacati corrispondere agli incitamenti del presidente della Repubblica circa la necessità di un loro ruolo propositivo e responsabile? Tagliati fuori dalla affossata concertazione potrettero solo mettersi, come in certi sport made in Usa, ai bordi del campo, travestiti da majorette ad applaudire con suoni e fanfare.Ciao concertazione

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