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Ciao, ubuntu-it!

Creato il 04 luglio 2011 da Fmarzocca @fmarzocca

Ciao, ubuntu-it!Circa sette anni fa la distribuzione Linux denominata “Ubuntu” stava nascendo e la platea degli utenti mostrava rapidamente una forte reazione positiva: il messaggio di Ubuntu non era più un messaggio puramente tecnico, ma sconfinava nella filosofia – o perlomeno nell’etica – focalizzando l’obiettivo sulla lealtà e sulle relazione reciproche. Umuntu ngumuntu ngabantu, “io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”.

Verso la fine dello stesso anno (2004), insieme a tre amici e colleghi, abbiamo fondato la comunità italiana di supporto a Ubuntu: Ubuntu-it. Sono stati anni di grande lavoro e di altrettanta soddisfazione: ritagliando spazi al nostro tempo libero, si era riusciti a creare una forte aggregazione attorno al sistema operativo, fornendo strumenti di supporto indispensabili e – soprattutto – assolutamente liberi a gratuiti.

Sono trascorsi sette anni da quel momento e la piccola macchina avviata nel 2004 è diventata oggi un grande meccanismo coordinato da oltre dieci gruppi tematici che lavorano in perfetto sincronismo tra loro, fornendo agli utenti un servizio di prima qualità e contribuendo – insieme alle altre comunità internazionali – al raggiungimento del prestigioso obiettivo che ha consacrato Ubuntu come primo Desktop linux in termini di numero di installazioni nel mondo. Data la complessità della struttura da gestire, il Consiglio della comunità ubuntu-it è stato esteso a sette membri elettivi, assegnando ai padri fondatori un ruolo di membro permanente, senza scadenza di mandato.

Ciao, ubuntu-it!
Contemporaneamente alla rapida affermazione di Ubuntu nel mondo si è però assistito a un graduale passaggio in secondo piano del messaggio etico-filosofico iniziale. Sul sito ubuntu.com (e recentemente anche su ubuntu-it.org) il significato intrinseco del termine è scomparso oppure è stato portato così in secondo piano che non si riesce più a trovare. Ciò che era nato con un’idea che andava oltre la tecnologia, sembra essere stato ormai abbandonato come un vecchio messaggio di marketing. Il nuovo stile adottato dal sito di ubuntu-it addirittura ha abbandonato la personalizzazione “ubuntu-it” nella testata per lasciare posto al solo nome “ubuntu” sovrapposto a una minuscola e quasi illeggibile “comunità italiana“, laddove era forse più importante mettere in risalto invece proprio l’identità e l’autonomia della nostra struttura, piuttosto che trasmettere un messaggio di incondizionata fidelizzazione. Ma i lavori di rifacimento dello stile del sito sono stati svolti in un clima concitato e invaso di ebbrezza del nuovo, che ha portato a una mera duplicazione dello stesso messaggio commerciale lanciato dal sito “madre“. Un tempo eravamo un popolo di poeti… oggi siamo una colonia.

A questo si aggiunge anche la mia personale delusione sulle politiche Open Source, sulle scelte tecniche e su quelle commerciali di Canonical Ltd (la società è registrata nell’Isola di Man, una no-tax area!), ma questo è un altro discorso, non è il tema di questa riflessione.

Ciao, ubuntu-it!
Infatti, il principale oggetto di questo post è la mia recente decisione di rinunciare al ruolo di “consigliere a vita” di ubuntu-it, lasciando il Consiglio. Sette anni sono stati lunghi e sicuramente gratificanti per aver contribuito a portare ubuntu-it verso una fra le comunità più organizzate nel mondo Ubuntu, ma adesso è il momento di lasciare spazio ai giovani. Sono infatti apparse nuove idee, nuove interpretazioni, energie sicuramente più fresche, pertanto ritengo fondamentale saper cogliere il momento di fare un passo indietro quando necessario e lasciare un posto libero nel Consiglio per un giovane dotato di rinnovato entusiasmo.

Ma – soprattutto – ritengo conclusa la mia missione iniziata nel 2004: Ubuntu si è affermato con grande decisione e la comunità italiana è cresciuta e stabilizzata. Oggi non si tratta più di costruire l’impalcatura di sostegno per un sistema operativo alternativo a Windows, ma di mantenerla solida, coordinata e flessibile. Auguro quindi un buon lavoro a tutti gli amici e colleghi di quest’avventura, raccomandando loro di non perdere mai l’identità che abbiamo costruito insieme con grande impegno durante questi anni e di tenere sempre bene in vista l’esile linea di confine che separa le attività di volontariato per l’open-source/free-software dal marketing gratuito a favore dello sponsor commerciale.

Grazie a tutti.



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