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Cibo di strada a Roma: Stefano Callegari ha inventato il trapizzino con il picchiapò

Creato il 17 ottobre 2013 da Mariassunta @dalmardal

Non è un gioco di parole il mio. Sia chiaro. Il trapizzino, che molti non conoscono,  è un panino formato da angoli di pizza bianca riempiti con carne, pesce e interiora, ingredienti essenziali di ricette famose e tradizionali della cucina tipica romana. Due elementi che non si erano ancora mai incontrati e che qualche anno fa sono stati combinati in un felice matrimonio. E da allora infatti….vissero felici e contenti
Già, perché dovete sapere che questo matrimonio, questa combinazione di sapori ha dato vita a un nuovo modo di mangiare. Qual è la novità, dirà qualcuno, se la pizza bianca si mangiava già farcita? Certo, di formaggio o prosciutto, ma non di roba cucinata, non di sapori forti, non di carne ricca di sugo. Ora la pizza bianca viene riempita di tutto quello che è di più tipico e caratteristico della cucina romane, vale a dire … polpette al sugo, coda alla vaccinara, trippa al sugo, pollo alla cacciatora, lingua in salsa verde, coratella d’abbacchio con carciofi o cipolle, seppie e piselli e il famoso picchiapò. 
Cibo di strada a Roma: Stefano Callegari ha inventato il trapizzino con il picchiapò
Sì, anche il picchiapò. Qu'est ce que c'est ça? Chiedeva, in  “C‘eravamo tanto amati”, Stefano Satta Flores al “Re della mezza porzione”.  “E’ manzo lessato e ripassato in padella con cipolle e pomodoro”. “ Ma io vedo poca carne e tutte cipolle”,  rispondeva lo spiritoso professore. “ A Sor Maè – gli rispondeva piccato l‘oste - ci stanno 5830 trattorie a Roma. C’hai ampia scerta”.
Ora le trattorie sono molte di più. Ma Roma non aveva ancora il suo street food caratteristico. L’idea di questo connubio è venuta a Stefano Callegari, che dopo aver girato il mondo come steward, è arrivato alla conclusione che al cibo italiano e a quello romano in particolare non ci si può rinunciare, per nessuna ragione al mondo. Come offrire allora una seconda possibilità alla tipica cucina romana, generalmente così piena di sugo e di intingolo che non la si può gustare se non da un piatto e seduti? Se altre cucine tipiche offrono questa possibilità,  come ad esempio il Lampredotto a Firenze o U panu cà meusa, panino con la milza, a Palermo, perché rinunciare a Roma al piacere di una "scarpetta on the road"? si è chiesto Callegari. L’idea è stata allora la pizza. O meglio …l'angolo della pizza bianca cotta nella teglia, che avendo due lati chiusi, poteva essere un bel posto dove mettere qualcosa di assai gustoso. A questo punto mancava l’accorgimento tecnico su come trasformare una teglia di pizza bianca in tanti angoli di pizza. Risolto questo ecco venir fuori tante pizze-tasca che custodiscono un prezioso, ricco e saporito manicaretto. L’avreste mai detto?
Il successo è stato immediato e le recensioni positive, dal Gambero Rosso al New York Times, passando per le maggiori guide sul cibo da strada, più un paio di premi qua e là, ne hanno fatto in poco tempo un classico della "cucina romana da passeggio"e di Callegari e soci e vale la pena citarli, Antonio Pratticò,  Kabir Humayun e Gabriele Gatti, degli straordinari creativi di cibo tradizionale. Che non è poco.
Dove trovare i trapizzini. Ovviamente “ner core de Roma”, cioè a Testaccio. Vicino alla Chiesa di Santa Maria Liberatrice, c’è il locale di Callegari. Si chiama 00100 Pizza ( sintesi tra la farina 00 e il CAP di Roma -la creatività e la romanità di queste persone è davvero inesauribile davvero. Complimenti ancora.)
I prezzi? 6 euro quello grande e 3,50 quello piccolo. Si comprano e si portano via.Fatemi sapere dopo che vi ho dato questa dritta....come è andata eh!
CiaoMariassunta

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