Magazine Ecologia e Ambiente

Cibo in Cambio di Lavoro

Creato il 01 aprile 2013 da Gabrielepazzaglia @gabrytango

Iniziativa del Programma alimentare e del Wwf in Madagascar

Uno dei migliori ecosistemi del mondo è quello che comprende le aride foreste del sud del Madagascar. Purtroppo però queste sono sempre più a rischio dato che gli abitanti della regione, siccitosa e aggravata dalla insicurezza alimentare, stanno deforestando l’intera zona. Infatti tagliano gli alberi per dare spazio alla coltivazione e alla produzione di legna da ardere. Per cercare di limitare questo rapido processo di deforestazione e per fare fronte all’insicurezza alimentare cronica, il Programma Alimentare Mondiale (Pam), insieme con il World Wildlife Fund (Wwf), sta provvedendo a piantare 1.000 ettari di alberi attraverso un progetto definito “cibo in cambio di lavoro” da cui trarranno beneficio 60 mila persone. Gli abitanti di alcune piccole città hanno accolto favorevolmente questa proposta, consapevoli del fatto che una volta tagliati gli alberi ci sarebbero voluti altri 15 anni per la ricrescita e nessun giovamento per l’ambiente e per la loro sicurezza alimentare
Secondo le statistiche del Pam, da novembre 2012, 676 mila malgasci sono a rischio. Il progetto lanciato offre 2.4 kg di mais e fagioli in cambio di 5 ore di lavoro di rimboschimento. Tutti quelli che hanno aderito stanno piantando un tipo di albero utile sia per la costruzione che per la produzione di carbone. Nel villaggio di Anjanahasoa, vicino al parco nazionale Andohahela, gli abitanti si sono organizzati per rimboschire la foresta andata distrutta da un incendio. Ogni famiglia pianterà 30 alberelli all’anno. A causa della deforestazione, la regione è diventata più secca e il terreno meno fertile. Anche se sarà difficile arrestare il fenomeno, il progetto del PAM tende a rallentarlo e a proteggere i mezzi di sussistenza da esso minacciati. Prima della crisi politica del 2009 che ha danneggiato l’economia malgascia, molti agricoltori della regione si sono trasferiti in città per cercare lavoro. Purtroppo sono ancora tanti i disoccupati. Proporrerei questo sitema per aiutare chi si trova disoccupato o cassaintegrato, con condizioni economiche precarie. Visto che lo Stato ha sempre più difficoltà a garantire gli ammortizzatori sociali, e quindi a pagare le disoccupazioni e cassaintegrazioni, perchè non usufruire del tempo libero di queste persone disagiate per creare, mantenere in ordine parchi e aree verdi? Sarebbero una forza lavorativa, non un peso morto! In cambio di cibo proveniente da un commercio equo e solidale, cosi contribuendo ad aiutare popolazioni svantaggiate, come quelle del sud Italia e del mondo. Che cosa sono le organizzazioni del commercio equo e solidale: Sono un Consorzio, quindi una realtà collettiva. Hanno scelto fin dalla nascita una forma comunitaria di scambio e crescita poiché credono nei valori del confronto e della partecipazione. Lavorano ogni giorno per continuare ad essere riferimento nella promozione e realizzazione di pratiche di economia solidale finalizzate a uno sviluppo sostenibile, al Sud come al Nord del mondo.

La loro attenzione si rivolge soprattutto ai contadini ed agli artigiani marginalizzati. La loro vocazione li porta a cercare relazioni con i paesi del Sud del mondo, con le popolazioni svantaggiate e i produttori emarginati dal mercato. Con lo stesso spirito, da qualche anno, lavorano anche con piccole produzioni in Italia, per esempio con quelle realtà che operano in economie carcerarie, o sulle terre confiscate alla mafia e commercializzando i prodotti nella linea Solidale Italiano Altromercato.

Equità, sostenibilità e solidarietà sono i principi fondanti che stanno alla base dei loro progetti ed azioni quotidiane. Al Sud come al Nord del mondo.

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