Magazine Cultura

Cibo per la mente

Da Scribacchina

biennale venezia

«Bruciare dei libri per cucinare del cibo. I libri sono oggetti in cui sono registrati dei pensieri. Questi pensieri senza forma forse potrebbero avere su di noi degli effetti che ancora non conosciamo. Quando leggiamo, non riceviamo alcun nutrimento per il nostro corpo. Leggere non serve a riempirci lo stomaco. Però se gettassimo tutti quei contenitori di pensieri in un falò e se attraverso l’energia di quel fuoco cucinassimo del cibo, in esso quei pensieri, estrapolati dalla loro forma originaria, si ritroverebbero come nutrimento? Possiamo nutrire il nostro corpo di pensieri attraverso questo processo?»

Sono appena tornata dalla Biennale.
Queste parole, lette nel padiglione del Giappone, continuano a girarmi in testa, perse in un vortice indefinito di immagini, colori, idee, punti di vista.
Non ricordo chi sia l’autore della frase e in questo momento non ho voglia di cercare, abbiate pazienza.
D’accordo: si tratta di un pensiero, una provocazione; eppure, il solo sentir parlare di bruciare un libro – sì, dargli fuoco – mi fa venire un tuffo al cuore.
E’ inconcepibile l’idea di distruggere un libro e le parole che contiene.

Della Biennale di Venezia (ebbene sì, la mia prima volta) e dell’autore del virgolettato di cui sopra ne riparliamo un’altra volta: stasera sono a corto di parole, e le poche che ho tra le mani fanno fatica ad incastrarsi.

Buonanotte, soliti lettori.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines