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Cibus in primis e certificazioni biologiche

Da Cribassi

CIBUS IN PRIMIS E CERTIFICAZIONI BIOLOGICHE

"Cibus in primis" 

Così nell'antica Roma, laddove non serviva l'appellativo "Biologico". E nemmeno 50 anni fa... come ci ricorda lo splendido documentario di Enrico Bellani "Respiro di Terra" (1973), sull'agricoltura tradizionale umbra sottoposta al primo assedio dei Mercanti di Pesticidi. E non si tratta di rifiutare la meccanizzazione e tornare alla zappa, anche se un grande sviluppo dell'orticoltura familiare, sociale e "condominiale" è oggi auspicabile, grazie alla crisi economica e finanziaria per troppi capitali in poche avide mani.
Liberiamo l'agricoltura da Pesticidi chimici, inutili e tossici, venduti da una fitta rete di commercianti senza scrupoli e senza ricetta (la legge è in parlamento da almeno 20 anni) ne assistenza tecnica indipendente (su cui la comunità europea aveva pur investito molte risorse negli anni '80-'90), finita nel lavoro burocratico dei sindacati agricoli che concertano le politiche regionali, spesso in conflitto di interessi, per la loro partecipazione in Consorzi agrari e Cooperative che ritirano raccolti e vendono chimica e semi, o in società di servizi d'assistenza, con concorrenza sleale verso i professionisti Agronomi e Periti Agrari. 
Liberiamola inoltre dall'industria di trasformazione agro-alimentare "truccata" per i supermarkets e, soprattutto, dal commercio speculativo che lascia agli agricoltori meno del 20% del prezzo pagato dal consumatore. 
Facciamo la spesa in campagna attraverso filiere corte (GAS) o dirette dal produttore al consumatore; insegnando ai nostri figli odori e sapori veri della Natura... il Sacro profumo del Letame.
Se un GAS di 100 famiglie acquista 200 € al mese per famiglia di alimenti biologici (20.000 €), lasciando agli agricoltori il 60% del prezzo finale, abbiamo 8.000 € al mese per organizzare l'offerta, la domanda e la consegna a domicilio, furgoni ecologici inclusi (4 posti di lavoro). Cosa aspettiamo a sviluppare "Econologia" (economia ecologica) e Commerci Equi? 
Ed allora è proprio il caso di dire "Mangiacomeparli". E ne abbiamo fatto anche un marchio a garanzia dei consumatori, 100% Italiano, 100% Biologico, 100% libero da OGM.
Il potenziale occupazionale nazionale è di almeno 500.000 posti di lavoro (ISFOL). Che aiuterebbero il ripopolamento delle campagne ed il recupero dell'agricoltura periurbana, per un altro milione di lavoratori. Cui si aggiungono almeno 20.000 tecnici Agroecologi indipendenti.
Tutto ciò è previsto dalle norme Agroambientali Europee (dal 1992), obbligatorie e prioritarie nei Piani di Sviluppo Rurale, le ricchissime finanziarie agricole regionali. Ma le cose, purtroppo, non sono andate come i legislatori europei avevano previsto ed le regioni, con miopia cronica, hanno per lo più contrastato gli obiettivi della politica comunitaria agroambientale.
Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali regionali a tutela dei diritti inviolabili alla salute e all'ambiente.
Dal 2007 al 2013 l'Europa ha stanziato 200 miliardi di € per lo Sviluppo Rurale, atti a pagare i servizi ecologici forniti dagli agricoltori e sostenerne gli investimenti, in tal senso prioritari. Oltre ai premi PAC (sostegno ai redditi), altri 300 miliardi ancor oggi utilizzati, tra l'altro, per allevamenti industriali in base al numero di animali: una vera follia ! Con conseguente "suicidio di massa" per troppe carni industriali. Pagamenti Agroambientali prioritari ed obbligatori per gli agricoltori-allevatori biologici, atti a compensare mancati ricavi (produzioni non "gonfiate" con la chimica), maggiori costi (tra cui manodopera), più il 20% per la transazione Biologica. 
Ma le regioni non applicano correttamente le norme comunitarie, erogando al Biologico pagamenti inferiori a quanto previsto dalle norme, con ritardi di anni, non sostenendo la bio-riconversione delle aree intensive, dove si usa la maggior parte della chimica, fortemente raccomandata dall'UE per ottenere un vero risultato agroambientale.
Soprattutto, quasi tutte le regioni regalano soldi per fittizie riduzioni di inputs chimici, non controllabili (Corte dei Conti UE, Nota n. 3/2005), denominate impropriamente "Agricoltura Integrata". Senza obblighi di "sostituzione" dei pesticidi con mezzi biologici (oggi ampiamente registrati al commercio e, pertanto, sottoposti a prove di efficacia), come prevede la decisione CE 30-12-1996 sull'Agricoltura Integrata, secondo la quale i mezzi chimici si possono impiegare solo se le eco-alternative non sono sufficienti.
Si sperperano così enormi risorse per ...acquistare Pesticidi, secondo Disciplinari anacronistici e non scientifici che permettono interventi chimici superiori alla normale pratica degli agricoltori. Una truffa comunitaria che ha bloccato lo sviluppo del biologico in Italia, incrementando il mercato dei pesticidi e disseccanti chimici (Glifosate), anche su colture prima non trattate, come il Grano. Con tutte le conseguenze sulla salute trattandosi della base dietetica nazionale. 
Pagamenti a risultato negativo, contro cui sono stati avviati ricorsi amministrativi (Umbira, Marche, Toscana e Campania) dopo un esposto alla Carte dei Conti dei Bioagricoltori Umbri nel 2000.
Ad esempio, nel 2010 la Regione Umbria ha aperto un bando di pagamenti per riduzioni di diserbi sul Tabacco, da 3/4 presunti a 2 (quando sulla coltura si impiega in media un solo diserbo) e per presunte riduzioni di impiego di fungicidi chimici, non controllabili. Così il Tabacco chimico ottiene contributi doppi del Biologico. E non si spiega come possa essere stato approvata dalla Commissione UE che troppo spesso "copre" il lavoro scorretto delle regioni, puntualmente censurato dalla Corte dei Conti e in servizi televisivi nazionali, Ambiente Italia (2001), Report Rai 3: "Ipocrisia di Stato", "Come Bio comanda". 
Ad oggi in Italia abbiamo speso solo il 30% dei 25 miliardi disponibili nei PSR 2007-'13Soldi che rischiamo di perdere anche per la futura programmazione 2014-'20, per mancata volontà di riconversione biologica dell'Agricoltura da parte delle Regioni. 
E' urgente, pertanto, un Piano Nazionale Agroambientale, supportato da Esperti Agroecologi e dai portatori di interesse del biologico, scavalcando se necessario le Regioni, in quanto Ambiente e Salute (Art. 9 e 32 della Costituzione Italiana) sono diritti inviolabili tutelati dallo Stato e non delegati. Con i soldi disponibili è possibile riconvertire al biologico quasi tutta l'agricoltura italiana.

La Certificazione Biologica dal "processo" al "prodotto": il diritto a non essere inquinati
L'Europa rimborsa le spese di biocertificazione (3.000 € per azienda), per cui è ora di interrompere il conflitto di interesse "produttore che paga l'ente di certificazione" con doppia burocrazia inutile. Siano le regioni a pagare i controllori, rafforzando ispezioni ed analisi dei residui chimici.
Con tolleranza zero, poichè l'agricoltore biologico ha diritto a non essere inquinato dai vicini che usano la chimica, i quali devono mantenere la "deriva dei pesticidi all'interno delle loro proprietà". Oggi i certificatori chiedono ai produttori biologici di buttare i raccolti lungo il confine, contaminati dalla deriva chimica. Una vera e propria "Inversione del Diritto", che molti cittadini e associazioni stanno cercando di sanare con denunce ai tribunali civili e penali, per il rimborso dei danni. 
Alcuni enti di certificazione hanno chiesto di alzare i limiti di residui chimici nei prodotti biologici per rischi di derive. E' incredibile che le autorità competenti abbiano concesso la presenza di residui chimici negli alimenti biologici, in quanto il bioconsumatore pretende tolleranza zero. Il recente scandalo delle importazioni di falsi prodotti biologici è la logica conseguenza, mentre i produttori seri vengono danneggiati, nonostante il grande lavoro del sistema di controllo agroalimentare nazionale italiano.
Ciò vale anche per l'assurda soglia di "tolleranza" senza etichettatura di OGM nei prodotti biologici (9 grammi per kg di singolo ingrediente), che consente di importare prodotti "bio" contaminati accidentalmente da paesi che coltivano OGM o lungo le filiere commerciali e dei trasporti. Un vero e proprio "cavillo di Troia", che potrebbe aprire in futuro alle coltivazioni di OGM anche in Italia, le quali contaminano irreversibilmente le altre varietà e tutto l'ambiente circostante passando DNA transgenico ad altre specie attraverso il Trasferimento Genico Orizzontale (TGO). 
Ricordo che gli ogm si diffondono anche e soprattutto attraverso il trasferimento genico orizzontale e non solo con il polline, il che significa che gli ogm oggi importati a scopo alimentare, umano o animale, una volta mangiati diffondono pezzi di dna transgenico ai batteri intestinali durante la digestione e al terreno con la decomposizione delle feci. Mentre nel sangue di chi se ne nutre di trovano frammenti di DNA e micro-Rna modificati, come dimostrano recenti ricerche cinesi. Compaiono pertanto sempre nuove malattie ed allergie, che non possiamo nemmeno prevedere.
Per questo motivo bisogna rispettare l'inviolabilità la memoria genetica di tutti gli esseri viventi, garantita dalla Carta dei Diritti dell'Uomo (Michele Ttirmarchi) e bandire a partire dall'Italia tutti gli (sia sementi che alimenti), prima che il flagello del TGO diventi irreversibile.
Secondo l'Istituto Oncologico Ramazzini non esiste "soglia di tolleranza" medico-scientifica, poichè ogni sostanza estranea al metabolismo umano naturale, provoca rischi ed effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni, le cui conseguenze dipendono semmai dalla resistenza immunitaria individuale. Ma non dovremmo essere tutti uguali di fronte al Diritto? 
E' più corretto parlare di soglie di danno accettato e, semmai... di "Intolleranza". Laddove i bambini sopportano residui chimici molto più elevati, essendo tarati su un corpo adulto di 60 kg (!) e la legge non considera la sommatoria dei diversi pesticidi presenti in un alimento, Coctayl micidiale per la salute umana. Residui accumulati nel corpo per decenni, finche non siamo più in grado di sopportarli. Nonostante il referendum del 1992, per l'abolizione di tale crimine dalle norme di legge. 
Inoltre, circa 60 OGM vengono importati oggi in Italia, senza autorizzazione dell'organo competente, ovvero il Consiglio dei Ministri UE, che non si è mai espresso a maggioranza qualificata... avranno paura i politici di esporsi per i danni alla popolazione? Ed allora ci pensano i "tecnici" della "Commistione" europea, salvo che ogni paese può rifiutarsi di importare e/o coltivare OGM... La politica di Ponzio Pilato.
Mentre diversi Enti di Certificazione Biologica si prestano oggi a "controllare" ciò che non è verificabile, ovvero l'Agricoltura Integrata falsificata, senza obbligo legislativo di fatturazione dei Pesticidi agli agricoltori. Il consumatore è pertanto ingannato dal marchio "farfallina" (Agricoltura dis-Integrata Toscana), con gli agricoltori prime vittime dei Pesticidi. Un brutto esempio d'Etica di fronte al dio denaro.


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