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Ciclismo: Domani il presidio di Bike Pride per la sicurezza dei ciclisti torinesi

Creato il 26 gennaio 2016 da Sportduepuntozero

#bastamortinstrada‬, un hashtag eloquente, che riflette l’indignazione e la gravità di una situazione drammatica per la città di Torino, culminata due giorni fa con la morte in strada di due ciclisti. Ogni anno 250-300 persone perdono la vita mentre pedalano, colpiti o travolti da altre persone armate di veicoli a motore. I pericoli per gli amanti delle due ruote sono sempre gli stessi: viabilità costruita su misura per le autovetture, la loro velocità incontrollata, piste ciclabili che non esistono o che, se esistono, sono mal costruite o non rispettate con auto parcheggiate, pedoni, ecc…

“Il solo obiettivo nella pianificazione di Torino è, da sempre, fluidificare il traffico privato e aumentare la velocità delle auto, anche a costo di avere qualche effetto collaterale, – spiega Giuseppe Piras, presidente dell’associazione Bike Pride Fiab Torino - ma questi effetti collaterali hanno un nome e un cognome, sono uomini, padri, fratelli, figli e amici, come Paolo Lorenzati e Dai Shen Shu.”

Dai Shen Shu era un ciclista di 51 anni di origine cinese residente a Torino, morto il 24 gennaio in un incidente stradale avvenuto in corso Dante, all’altezza del quartiere di San Salvario. L’uomo è stato colpito in pieno da una Jeep condotta da un automobilista italiano. Secondo quanto riferito dai vigili urbani, il ciclista è stato sbalzato di diversi metri dalla bicicletta, ed è morto sul colpo. L’automobilista si è fermato per tentare di soccorrerlo.

Paolo Lorenzati, invece, aveva 55 anni ed è morto in un incidente alle ore 14.40 di sabato 23 gennaio, in corso Sacco e Vanzetti, all’altezza del distributore Esso all’angolo con corso Marche. Un’Alfa Romeo 147 e il ciclista percorrevano corso Sacco e Vanzetti da corso Regina Margherita verso corso Francia quando, per cause in corso di accertamento, hanno avuto un incidente. Il ciclista è stato subito soccorso dall’automobilista e trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Martini, ma ha perso la vita dopo poco. Gli Agenti della Squadra Infortunistica della Polizia Municipale Torino sono alla ricerca di testimoni (tel. 0110111).

Un ritardo letale. Se da un lato tanta strada è stata fatta, perché Torino offre oggi 175 chilometri di piste ciclabili rispetto ai 33 negli anni ’90, dall’altro, continua Piras, “il Biciplan è fermo, le pedonalizzazioni e le zone 30 sono rimaste solo promesse non mantenute.” Il Biciplan, il “Piano della Mobilità ciclabile” è stato approvato dal Consiglio Comunale il 18 ottobre 2013. Si tratta di un percorso di progettazione elaborato insieme alle circoscrizioni e alle associazioni, con  l’obiettivo strategico di portare dal 3% del 2008 al 15% entro il 2020 la percentuale degli spostamenti quotidiani in bicicletta e ricucire la rete esistente con i tratti mancanti, valutando anche interventi “leggeri” quali corsie ciclabili o di moderazione della velocita (limiti 30 km/h), per arrivare, nell’arco di una decina d’anni, ad avere 310 km di piste  e percorsi ciclabili.

Torino Smart City (?) “Muoversi in bicicletta o a piedi a Torino significa rischiare la vita ogni giorno, nella totale indifferenza delle istituzioni. Ci sono stati gravissimi errori del passato che hanno trasformato le strade di questa città in un luogo inospitale per le persone; – ha aggiunto il presidente dell’associazione Bike Pride Fiab Torino – per questo motivo mercoledì 27 gennaio, dalle ore 12,30, in concomitanza con la convocazione della VI e della II Commissione Consiliare Permanente sul Biciplan, si terrà un presidio di fronte a Palazzo Civico (Piazza Palazzo di Città, 1) per ricordare all’Amministrazione i suoi doveri e le sue promesse. L’orario è scomodo, lo sappiamo, ma chiediamo a chi non può partecipare, di aiutarci condividendo il nostro comunicato stampa e facendo girare il più possibile l’evento. Non interessano più le discussioni sulle responsabilità di ciascun incidente. Serve prevenzione. L’associazione Bike Pride Fiab Torino chiede progetti che mettano la persona e la sua sicurezza al centro, prima di tutto il resto. Servono subito investimenti, con strategie veloci ed efficaci. L’hashtag #bastamortinstrada si leva per difendere il diritto a vivere lo spazio pubblico, le strade, in sicurezza e in libertà. Dovrà essere la bandiera di chiunque vorrà candidarsi a guidare la Città. E Bike Pride lo ripeterà finché non si vedranno interventi concreti e tempestivi.”


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