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Ciclismo: Fabio Felline e il possibile acuto dietro l’angolo

Creato il 04 giugno 2014 da Sportduepuntozero
Fabio Felline - Foto Marco Cometto

Fabio Felline – Foto Marco Cometto

Il Giro d’Italia è terminato da pochi giorni. Ha vissuto una delle sue sezioni più importanti in Piemonte, con 4 tappe tecniche ed esaltanti e sul suo percorso si è misurato, tra gli altri, il torinese Fabio Felline, classe 1990 e da questa stagione portacolori della Trek Factory Racing. Quasi scontato un bilancio di uno dei giovani più promettenti del mondo del pedale italiano e internazionale: “Dal punto di vista personale non è stato un gran Giro, diciamo pure il peggiore tra quelli da me fino ad ora disputati. Il migliore invece se parliamo di squadra e guardiamo ai risultati ottenuti dalla Trek”.

Avrebbe voluto far di più e come lo immaginava all’inizio?: “Ovvio che i miei obiettivi erano diversi, anche se sapevo che le occasioni per mettermi in luce non sarebbero state tante, in ragione del percorso e delle tappe. Avrei dovuto cercare di far meglio in quelle miste, ovvero non con arrivo in volata, dove ero chiamato a mettermi al servizio della squadra e di Nizzolo, o in montagna, ma le occasioni nel complesso erano veramente poche. Non più di tre. In due circostanze sono stato sfortunato, cadendo. In un’altra sono stato in fuga ma non avevo la gamba per andare a cercare il successo”.

Ora come si sente e come definirebbe la condizione?: “Un Giro così stanca, ancora di più se si arriva da 55 giorni di gare. Ne ho almeno 20 in più rispetto alla scorsa stagione. La gamba è buona ma non eccellente, in sintesi non mi consente oggi di provare a fare la differenza”.

Quali quindi i programmi immediati e a più lunga gittata?: “Giugno dovrebbe essere di riposo. Uso il condizionale perché non è escluso un ritiro con la nazionale maggiore del CT Cassani. Così come è possibile, anche se non era nei programmi, che partecipi al Campionato Italiano del 29 giugno. Decideremo in questi giorni ma certo è che se Cassani lo vorrà prenderò parte alla corsa. Per quanto concerne gli impegni con la squadra rientrerò in luglio con il Giro d’Austria. L’obiettivo è presentarsi pronti per far bene da agosto in avanti nelle gare del World Tour”.

Torniamo alle tappe piemontesi del Giro. Come le ha vissute da protagonista locale?: “E’ stato un piacere doppio quello di vedere che il Piemonte, ancora una volta, ha saputo offrire un grande spettacolo ciclistico al mondo, attraverso quattro appuntamenti di alto spessore, tecnico e scenografico. Il fatto poi di poter rivedere sulle tue strade molti amici nel corso di un Giro così impegnativo è stato assolutamente positivo. E per il prossimo anno si vocifera di un arrivo addirittura nella mia Torino. Sarebbe fantastico!”.

La stagione è appena a metà. Così si aspetta dalla seconda parte?: “La prima parte la definirei di apprendimento. Ho imparato molto, nel bene e nel male e questo è importante nella costruzione del bagaglio di un atleta e di un ciclista. Nello sport, nel nostro in particolare, tutto può cambiare in uno spazio temporale ristretto. Ad oggi non sono andato male ma mi è mancato l’acuto delle scorse stagioni. Ciò che conta, parole e pensieri a parte, sono le vittorie. L’auspicio è di trovarle in questa seconda sezione agonistica d’anno”.


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