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Ciclismo: La storia dell’UCAT di Torino, in bici da oltre un secolo

Creato il 11 ottobre 2015 da Sportduepuntozero

1955_ucatQuando lo Sport racconta la Storia.
Non tutti sanno che in Piemonte esiste un Albo regionale dei club sportivi tutelati e dell’istituzione presso la Direzione regionale Cultura, Turismo e Sport di un riconoscimento dei requisiti di “Associazione sportiva storica”.

L’Albo è articolato in due sezioni: la prima per le Associazioni esistenti da almeno 70 anni, la seconda sempre per quelle che oltre essere nate da 70 anni hanno la stessa sede sociale da almeno 50 anni. Attualmente risultano iscritte 144 società, 79 che hanno più di 70 anni e 65 che, inoltre, hanno la stessa sede da almeno 50 anni.

Si tratta di un grande patrimonio culturale e sportivo, costituito da società, che, a costo di tanti sacrifici, restano in scena. Una di queste è l’Unione Ciclo Alpina Torino, Ucat, datata 27 maggio 1907, risultato di un felice connubio tra appassionati sportivi appartenenti alla sezione del Routier Autonomo Italiano. La prima sede fu l’albergo Cairo della vecchia via Roma.

È la più antica società ciclistica del capoluogo piemontese e nel 2017 compierà ben 120 anni.

Primo Presidente fu il cavalier Ercole Labbro e sette furono i soci fondatori: Ercole e Mario Labbro, Federico Adamo, Paschero, Lagello ed i due fratelli Milanesio. Attualmente il presidente è il signor Luciano Tomio.

L’UCAT è, da sempre, molto attiva nell’organizzazione di competizioni su strada, in pista e nel ciclocross. “Ultimamente cerchiamo di organizzare eventi per attirare i giovani, le famiglie e i bambini, – spiega il presidente Luciano Tomio –  ma la situazione a Torino è molto difficile. La Federazione fa quello che può e i comuni non ci aiutano. Abbiamo bisogno di circuiti chiusi per allenare i ragazzi, ma sono anni che i fondi non ci sono. A Torino le piste ciclabili aumentano e sono la soluzione ideale per gli amatori o per coloro che usano le bici come mezzo di trasporto, ma per l’agonismo serve altro. Se avessimo un circuito chiuso potremmo portare i nostri ragazzi ad allenarsi, non solo noi, ma anche le altre società. Il futuro è portare i giovani a gareggiare, perché sono i risultati ad appassionare, a contribuire alla crescita del movimento. Noi abbiamo tanti amatori, ma siamo sempre stati, innanzitutto, una società competitiva.”

Nel palmares, infatti, spiccano due partecipazioni ai Giochi Olimpici in due epoche completamente diverse: con Michele orecchia ad Amsterdan nel 1928, nella prova in linea, e con Stefano Baudino a Los Angeles 1984, in pista nel chilometro da fermo.  Tra i risultati più importanti, si ricordano  anche la vittoria al Tour de France  nel 1927 della classifica generale Tourist Routier (indipendenti) di Secondo Martinetto e della tappa Montpellier – Marsiglia del 1932 di Michele Orecchia. La maglia tricolore invece è stata conquistata da Giovanni Balla nel 1925 nella prova in linea su strada Dilettanti, tre volte da Stefano Baudino su pista nel km da fermo, nel 1981 da Juniores e nel 1982 e 1983 da Dilettante. Il tricolore su strada Endas invece arrise a Giuseppe Belli nel 1974 e quello Unlac-Csen ciclocross nella stagione 2006-07 ad Andrea Bonato.

“L’Ucat – racconta con passione Andrea Bonato – è una realtà dove ancora si respira il profumo di antico e di storia, un mondo che oramai non esiste più. Nella città dove oramai tutto nasce e muore allo stesso tempo in maniera velocissima, l’Ucat a stento c’è sempre, mantenuta in vita da un gruppo di anziani di nome, ma non di fatto. Per me rappresenta una questione di famiglia, alcuni miei familiari hanno corso e io ho voluto portare avanti questa tradizione. Mi ha lasciato molto dentro, quando ne parlo il cuore batte più forte e gli occhi si illuminano.”


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