Mointe Sant Anne, Quebec, in Canada ha salutato i campioni delle ruote grosse che fino a ieri si sono dati battaglia alla ricerca del titolo che vale una stagione e in alcuni casi anche una carriera.
Ne sa qualcosa lo spagnolo Josè Antonio Hermida, da una vita protagonista nel grande circo del Crosscountry, spesso ad un passo dal successo ma frequentemente destinato al ruolo del “terzo” incomodo nei duelli stellari tra Absalon e Schurter. Hermida è stato, ormai oltre dieci anni fa, una promessa del crosscountry, conquistando anche 2 titoli mondiali U23. Approdato tra gli elite si è visto superare spesso (soprattutto ai mondiali e alle Olimpiadi) da Absalon, andando incontro al destino dell’eterno secondo. Nello spazio di qualche anno, in attesa di un calo mai effettivo del francese, sulla scena è giunto l’astro nascente SuperNino Schurter, che gli ha rubato il ruolo di antagonista. Insomma la carriera di Hermida, seppur ricca di successi e soddisfazioni, non aveva ancora goduto del titolo mondiali elite, che appariva invece ineluttabile subito dopo il passaggio di categoria. La sorte ha pensato bene di colmare questa lacuna, offrendogli la maglia iridata su un piatto d’argento proprio in Canada. Forature e contrattempi hanno tolto di mezzo Schurter, costretto nella seconda parte di gara ad inseguire, mentre il 34enne spagnolo si è trovato davanti in compagnia di due semisconosciuti, il ceko Jaroslav Kulhavy e il sudafricano Burry Stander. Questo è bastato per ridare forza e coraggio ad Hermida, che ha staccato tutti e si è permesso di festeggiare con tutta calma sul traguardo.
La vera notizia di questi mondiali, però, non è il successo di Hermida, ma la gara di un Absalon apparso veramente appesantito e mai in grado di lottare per il successo. Non era mai accaduto che il francese, nella stessa stagione, mancasse mondiali e Coppa del Mondo. Che sia l’inizio di un inevitabile declino?
Svizzera più che mai padrona in questi mondiali che hanno confermato il ruolo determinante dell’Europa nel fuoristrada. Nel crosscountry gli elvetici si sono portati a casa il successo nella staffetta e la fantastica tripletta tra gli U23 con il talento Mathias Flückiger, Thomas Litscher e Patrik Gallati. Successo svedese tra le donne juniores (Alexandra Engen), olandese tra gli juniores (Van Der Heijden) e polacco tra le donne Elite (Maja Wloszczowska). Nelle specialità dell’abilità parziale riscossa del “resto del mondo” con i soliti australiani mattatori nella discesa maschile (Hill e Brosnan). La canadese Rosser tra le donne juniores è stata l’unica che ha regalato emozioni al pubblico di casa. Si attendevano gli show delle campionesse del XCO Pendrel e Premont; sono mancati e la delusioni da quelle parti deve essere stata grande.
GLI ITALIANI – Due le note positive in un mondiale che in generale non ci ha visto protagonisti e, per quanto riguarda i risultati, ci ha riportato indietro di qualche anno. Si tratta dei giovani Vieider e Kerschbaumer. Lo juniores è giuntò quarto al suo primo mondiale, confermando solo in parte il secondo posto agli europei. Il fatto che davanti a lui siano finiti tutti ragazzi del vecchio continente lascia supporre che con un po’ più di fortuna e determinazione forse si poteva salire sul podio.
Ha sicuramente maggior valore il quinto posto di Gerard Kerschbaumer, campione del mondo uscente tra gli juniores e al suo primo mondiale nella nuova categoria. Siamo convinti che il prossimo anno lotterà per il successo finale.
AU
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Ciclismo – Mondiali MTB 2010: Europa protagonista con Svizzeri e Hermida. L’Italia segna il passo
Creato il 06 settembre 2010 da Sport24hI suoi ultimi articoli
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