L’onorevole Pellegrino (Sel) cerca spazio in questi giorni di gran caldo prendendo le difese dei “reclusi” del Cie di Gradisca. E pensa bene (e pure scrive) che il gran casino prodotto dagli irregolari (o hanno altro nome?) sia colpa della polizia. E appunto scrive, un po’ alla Calvino: «E’ stata una notte indescrivibile quella che ha concluso il Ramadam al Cie di Gradisca d’Isonzo: i racconti che le persone recluse mi hanno consegnato durante la mia visita alla struttura sono una testimonianza delle modalità inumane con cui è gestito il Centro. E io sento l’obbligo civile e morale di portar fuori da quel recinto ormai simile a un lager questa ennesima storia di violenza e violazione dei diritti umani». Persevera: «I detenuti, visto il caldo torrido di questo periodo e le condizioni bestiali in cui sono rinchiusi normalmente, hanno chiesto di poter stazionare nelle aree aperte anche al termine del Ramadam. Al diniego senza appello (sic) si è aggiunta una reazione inusitata (sic bis) da parte della Polizia (glielo scrivo io maiuscolo): le forze dell’ordine in assetto anti sommossa hanno cominciato a lanciare lacrimogeni e a usare i manganelli. Alcuni dei rinchiusi si sono sentiti male, non riuscivano a respirare; allora i compagni (sic again) hanno spaccato uno dei vetri che limita le cosiddette vasche, nel tentativo di uscire da quella vera e propria camera a gas; ne è seguita una violenta colluttazione».
Delirio dei più deliranti. Oggi Pellegrino insiste, appena placata ma con perduranti problemi di forma: «I reclusi sono esasperati dalle condizioni durissime in cui sono costretti, e allo stress e dai disagi di questa specifica situazione detentiva si aggiunge il caldo insopportabile. Molto difficile per chiunque restare razionale e disponibile se non si percepisca un miglioramento effettivo e non si intravveda una via d’uscita»…«Sia ben chiaro che i principi umanitari e la tutela dei diritti civili riguardano tutti, in questo luogo di disperazione, detenuti e forze dell’ordine. E’ mia convinzione che la soluzione degli inumani problemi di questo Cie costituisce un traguardo atteso anche per coloro che si trovano a gestire la situazione in tenuta anti sommossa».
Fortuna che una persona saggia e di buon senso come il consigliere regionale Roberto Novelli (Pdl) fa definitiva chiarezza: «Non è più pensabile che i nostri agenti di Polizia che operano all’interno del Cie di Gradisca vengano fatti passare come aguzzini violenti che cercano lo scontro. Sia le persone che avevano provocato gli scontri nei giorni scorsi che quelle che hanno innescato la protesta di questa mattina non sono vittime venute in cerca di fortuna in Italia, o profughi di guerra, bensì irregolari che sono stati rintracciati sul nostro territorio o che, una volta usciti dal carcere, aspettano di essere rimpatriati nel loro Paese di origine. Rimpatrio che richiede un tempo lunghissimo di attesa, anche perché gli stessi clandestini si rifiutano di collaborare. Gli agenti di Polizia si trovano quindi a dover fronteggiare situazioni difficilissime e delicate, dovendo sedare le rivolte e le violenze da una parte e, dall’altra, tutelare gli immigrati che non c’entrano niente con gli scontri e la loro stessa incolumità. Per tutta risposta alcuni esponenti politici, ultima la deputata del Sel Serena Pellegrino, li fanno passare come aguzzini che maltrattano gli ospiti della struttura e dipingono invece come vittime le persone che, in realtà, non lo sono e che fanno, peraltro, danni inenarrabili a spese della collettività. Siamo arrivati addirittura al paradosso che la Polizia ha quasi paura a muoversi per non venire poi massacrata ingiustamente da certa opinione pubblica. Questa situazione deve finire, anche perché i nostri agenti sono persone civili e intervengono solo quando vi è la stretta necessità».
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