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Trama semiseriaNina è una ballerina classica il cui sogno più grande nella vita è diventare la protagonista de Il lago dei cigni, ma una misteriosa rivale si metterà in mezzo ai suoi sogni di gloria. Vi siete già addormentati? Pensate che non possa minimamente interessarvi una pellicola sul balletto? Nonostante io sia di Casale Monferrato come Roberto Bolle, di danza non me n’è mai fregato una cippa, eppure questo è il film più sconvolgente che mi sia mai capitato di vedere. Appena annunciato il mio film re del 2010, ecco allora che già si presenta un titolo totalmente differente come primo autorevole candidato per il 2011.
Recensione cannibaleBlack Swan è un film di una carica drammatica, emotiva, sessuale, horror unica. In tutta la storia del Cinema non ho mai visto una pellicola con una pari intensità per la sua intera durata. È un’esperienza viva, che coinvolge e sconvolge fisicamente lo spettatore (o almeno l’ha fatto con me), con una travolgente forza senza pari. Davvero senza pari. Esagero? Può darsi.La storia come anticipato potrebbe apparentemente far storcere il naso a qualcuno, visto che parla della preparazione di una rappresentazione teatrale de Il lago dei cigni nel più prestigioso teatro di New York City, niente di più, niente di meno. Si può fare un film interessante su un tema del genere? Cazzo, se si può. Protagonista è Nina (Natalie Portman), una ballerina la cui unica passione nella vita sembra essere la danza e ottenere l’agognata parte principale nella prestigiosa opera, ma l’ostacolo principale sarà per lei riuscire a interpretare non solo il cigno bianco, ruolo per cui è assolutamente adatta, ma anche il cigno nero, una parte che richiede di essere sciolti, sensuali e soprattutto lasciarsi andare.Ecco, lasciarsi andare, lose yourself è la frase chiave per entrare dentro il film. Bisogna lasciarsi rapire dai movimenti vorticosi della regia maestosa di Darren Aronofsky, dalla sua macchina da presa che segue costantemente Natalie Portman, un po’ come faceva con il meno leggiadro Mickey Rourke The Ram in The Wrestler, mentre nelle scene in metropolitana il regista richiama invece il suo film d’esordio, il pazzesco Π – Il teorema del delirio. Ma quella pellicola, per me una delle opere visivamente più interessanti e importanti degli anni Novanta, così come un The Fountain troppo metafisico e ai limiti dell’umana comprensibilità, avevano un tocco diverso. Black Swan è invece molto più fisico, viscerale, ti entra dentro. Come e più di esperienze già parecchio tattili come le altre pellicole del regista The Wrestler e Requiem for a Dream.Inoltre Black Swan non solo è teso come un thriller o come una corda di violino, ma presenta anche le scene horror più agghiaccianti degli ultimi anni. In più momenti ho avuto paura, come se il mostro che divora dal di dentro Nina/Natalie Portman stesse per sbranare anche me.
Capitolo Natalie Portman, fresca vincitrice di Golden Globe come miglior attrice drammatica per questo film. Vogliamo parlarne? Pensavo che non solo lei, ma nessun attore/attrice del mondo potesse realizzare un’interpretazione più varia e sorprendente della sua sfuggente Alice di Closer. E invece lei stessa è riuscita a superarsi, andando a toccare in Black Swan tutte le corde dello spettro emotivo umano. La sua Nina è una ragazza tanto impeccabile nella danza quanto rigida, anzi frigida come viene definita, nella sfera privata. La sfida per lei sarà quindi lasciarsi andare alla vita, al piacere, al sesso, persino alle droghe. In questo la sceneggiatura le dà ampio spazio con un notevole momento di autoerotismo, con la danza chemical brothers in disco e con la scena lesbo featuring Mila Kunis più incredibile di tutti i tempi (altroché Cruel Intentions). Il lasciarsi andare farà però crollare anche tutte le sue certezze e la farà sprofondare in un vortice di follia, visioni e specchi che riflettono qualcosa di diverso dalla sua immagine. “I gufi non sono quello che sembra,” si diceva in Twin Peaks. In Black Swan nemmeno la tua immagine allo specchio lo è.
Mila Kunis è la perfetta antagonista: uno spirito libero che si lascia andare alla fantasia e ha una irresistibile carica sessuale, in grado di attirare come una calamita persino Nina la frigidina. Quella rompicoglioni di madre che si ritrova la protagonista è invece una straordinaria Barbara Hershey, mentre Winona Ryder ha ruolo piccolo eppure centrale: è il fantasma di una diva, il canto del cigno che non è più né bianco né nero ma è semplicemente tramontato, è l’ombra del ricordo e della vecchiaia che incombono su tutti noi. E in mezzo a un cast femminile di quelli mai tanto impressionanti, emerge anche un Vincent Cassel cattivo e ispirato.
Da sottolineare la magnifica colonna sonora di Clint Mansell, collaboratore abituale di Aronofsky per un sodalizio pari a quello David Lynch-Angelo Badalamenti, con il tema ricorrente che è ovviamente il motivo del lago dei cigni di Čajkovskij risuonato però pure sotto forma di suoneria del cellulare e di carillon. Una musica che mi ha fatto affiorare antichi ricordi, visto che anche mia mamma una volta aveva un carillon pressoché identico. Mi ha sempre affascinato e inquietato parecchio, proprio lo stesso effetto riaffiorato con questo film.
Black Swan è una pellicola incentrata profondamente sul doppio, sul bene e sul male che sono presenti in ognuno di noi e tratta la tematica della ricerca della perfezione in maniera… perfetta, non c’è altra parola che possa descrivere meglio questo (capo)lavoro. Darren Aronofsky orchestra il balletto della sua vita (ma speriamo non sia il suo canto del cigno), volteggia con la videocamera come Christopher Nolan, rimane concreto quanto David Fincher, ha un’agghiacciante occhio visionario alla David Lynch, è accurato e attento al dettaglio, ricordando in questo Stanley Kubrick. Eppure ha uno stile unico e personale e in più l’arma di una fisicità e intensità qui superiore agli illustri nomi citati. Dopo questo grand ballet, a Hollywood Aronofsky può ormai guardare tutti dall’alto in basso e gettarsi in pace nel vuoto. Come il suo cigno bianco.(voto 10)
Scene cult: l’incontro-scontro lesbo Natalie Portman/Mila Kunis, le scene con gli specchi, la “metamorfosi” di Nina
E come dice Jim Carrey nella sua spassosa parodia del film realizzata per il Saturday Night Live:Once you go Black Swan, you never come back… Swan
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