È un periodo che sono sempre triste, e dall’ultima volta che mi è capitato è successa questa cosa terribile per cui i pantaloni neri stretti da esistenzialista che tanta soddisfazione mi avevano dato all’epoca non mi passano più per i talloni.
Forse è stato sbagliato il lavaggio.
Quando sono triste in maniera continuativa, dopo la consueta fase iniziale in cui mi faccio bionda e investo una buona mezz’ora quotidiana nella stesura del rimmel sulle ciglia pesantissime e sostituisco i pantaloni esistenzialisti con una calzamaglia seicento denari che mi fa sudare le ginocchia, mi butto tragicamente sulla compensazione e, sorridendo come una piazzista che sarebbe tanto contenta di venderti un set di spazzole quanto di eviscerarti con un rasoio a mano libera, è indifferente, mi ricordo di avere un sacco di amici.
A posto. Vada per la diluizione della logorrea.
Ieri sera, spumeggiante come gli angoli della bocca di un cane col cimurro, mi sono quindi presentata alla porta di una coppia che è sempre particolarmente amorevole nei miei confronti. Mi avevano in effetti invitata loro, e recavo meco una torta di aspetto promettente, quindi mi hanno risposto al citofono e addirittura hanno aperto.
(Ma superato il cancello e giunta al portoncino ho dovuto suonare una seconda volta)
Mi hanno fatta accomodare, mi hanno servito della zuppa (ottima) e dell’orata al forno (superba). Mi avevano preso la coca-cola! («Mi avete preso la coca-cola!» «Er, sì, grossomodo, ce l’hanno data con la pizza» «Però te l’abbiamo tenuta da parte!» «I vostri altri amici, per definizione, bevono solo chinotto biologico» «Be’, sì» «Bevi e sta’ buona»)
Alle nove ero sulla via del ritorno, non nella migliore delle forme. Dieci minuti a chiedermi chi fosse questa Angelina Scolto, del sito omonimo, che da una pubblicità in metro mi invitava a chiamarla pure tranquillamente per sfogarmi.
Oggi sto meglio. Ho mal di gola. Forse la febbre. Con un po’ di fortuna mi ammalerò, e mi deperiranno gli avampiedi e/o i calcagni, con tutte le desiderabili implicazioni stilistiche del caso.
Vi faccio sapere.