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Shanghai (Cina) – Quattro alti dirigenti dell'ufficio cinese della GlaxoSmithKline (GSK) sono stati arrestati due giorni fa dalle autorità cinesi con l'accusa di aver corrotto funzionari pubblici e medici per convincerli a gonfiare i prezzi di vendita dei farmaci in Cina. In manette sono finiti Liang Hong, responsabile della direzione operativa; Zhang Guowei, vice presidente e direttore delle risorse umane; Zhao Hongyan, direttore degli affari legali e Hang Hong, direttore degli affari economici. Un altra ventina di funzionari sarebbero inoltre in stato di fermo.
Secondo quanto ricostruito da Gao Feng, capo dell'unità contro i crimini economici del ministero della Pubblica sicurezza, fin dal 2007 la multinazionale britannica avrebbe pagato tangenti per un totale di 3 miliardi di yuan (al cambio di oggi poco più di 372 milioni di euro) attraverso una rete di circa 700 agenzie di viaggio e di consulenza fittizie utilizzate per corrompere il personale medico, ai quali si aggiungono casi di «corruzione sessuale». L'inchiesta è partita proprio dai bilanci di una di queste agenzie, la Shanghai Linjiang International Travel Service, che nel giro di qualche anno ha visto incrementare il proprio fatturato di centinaia di milioni di yuan, insospettendo così gli inquirenti, che vedono in questo incremento la creazione di fondi neri necessari alla corruzione, versati ai medici attraverso carte di credito fornite dall'azienda.
Mark Reilly, capo della divisione cinese di GSK, avrebbe lasciato il paese il 27 giugno scorso.
Nelle scorse settimane, secondo quanto riferito dal ministero, già una ventina di impiegati locali del colosso farmaceutico avrebbero ammesso il pagamento di tangenti e casi di frode fiscale. L'alto costo dei medicinali nel Paese, dicono gli inquirenti, si spiegherebbe proprio con l'inserimento nel prezzo del costo della corruzione.
Pur dichiarando la completa estraneità alle accuse e declinando eventuali «comportamenti fraudolenti» su «alcuni individui all'interno della struttura e di agenzie terze» come riportato in un comunicato stampa, la GSK si è detta pronta a collaborare con le autorità, che con il cambio ai vertici e l'arrivo del presidente Xi Jinping hanno visto nella lotta alla corruzione uno dei pilastri del nuovo corso politico cinese.
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