L’inquinamento Killer in Cina uccide più di 4000 persone al giorno
Sono di queste ore gli ultimi aggiornamenti sui danni creati dalla massiccia nube di smog presente nella zona Nord-Est della Cina: tra i vari disagi ci sono voli cancellat
i e strade chiuse. La visibilità è ridotta a 500 metri ed è stato prontamente dichiarato lo stato d’allarme.
Le responsabilità di questa situazione, dicono gli scienziati che hanno preso parte allo studio di Berkeley Earth, appartiene alle emissioni delle centrali a carbone, in particolare a delle minuscole particelle (PM2,5) capaci di scatenare attacchi di cuore, cancro ai polmoni, ansia e ictus.
Gli ecologisti affermano che quello di oggi in Cina sia “il più alto tasso d’inquinamento mai registrato nella storia“. Questa situazione non riguarda solamente la zona Nord-Est della Cina perché “nelle altre zone la situazione migliora di pochissimo e i dati registrano valori anche di 56 volte superiori al consentito” dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). “Quella di cui stiamo parlando è la più grande catastrofe ambientale fino ad oggi” e arriva ad uccidere 4000 persone ogni giorno; un milione e seicentomila persone all’anno.
“Le autorità sono incapaci di combattere l’inquinamento“. Gli abitanti si sfogano su internet e sui social, riportando la situazione e sottolineando come sia impossibile per le autorità trovare una soluzione a un problema che pare fuori controllo.
Secondo il giornale Global Times “la popolazione non è stata avvisata in modo tempestivo, perché le autorità avrebbero dovuto sapere che, con l’accensione dei riscaldamenti alimentati a carbone, ci sarebbe stato un aumento esponenziale dei livelli d’inquinamento”.
Lo stesso giornale ha poi specificato che le autorità sono in fase di apprendimento sulle misure adatte a contrastare il problema, ma quello che è certo, è che sia difficile capire quando il problema verrà risolto.
Occorreranno anni, probabilmente, per riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel, o meglio, oltre la nube.
S.C.
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