La crisi in ucraina, in seguito all’occupazione della Crimea da parte delle forze russe ed alla politica aggressiva portata avanti da Mosca nell’est del paese, ha visto finora la contrapposizione dei due blocchi composti da Unione Europea e Nato da una parte e la Russia dall’altra.
Il confronto si è per ora consumato prevalentemente entro i confini del vecchio continente, con l’appoggio esterno (ed incerto) di Washington ed è stato caratterizzato, oltre che dagli scontri tra le forze governative ucraine ed miliziani filorussi, sostenuti da Putin, anche da provvedimenti sanzionatori reciproci.
Ora il conflitto rischia però di far sentire il proprio influsso anche nell’Estremo Oriente: l’annuncio del ministro della Difesa di Mosca il quale, il 3 settembre scorso, ha parlato di una grande esercitazione che, entro la fine di questo mese, verrà condotta dalle Forze Missilistiche Strategiche (RVSN), la componente dell’esercito russo dotata di missili balistici a testata nucleare, proprio nei pressi del territorio cinese ha spinto Pechino a mobilitare un numero compreso tre 12 e 15mila uomini, oltre a numerosi pezzi di artiglieria e mezzi corazzati, che si schiereranno in corrispondenza della frontiera con la Russia; a riferirlo sono fonti che citano l’FSB, la guardia di frontiera russa.
Il generale Yury Yakubov aveva infatti poco tempo fa dichiarato all’agenzia di stampa Interfax che “Nato e Stati Uniti sono ora da identificare come il nemico numero uno della Russia” aggiungendo che “se necessario si dovrebbe ricorrere anche ad un attacco nucleare preventivo contro movimenti sospetti di truppe”; l’esercitazione programmata da Mosca si svolgerà nella regione siberiana dell’Altai, al confine con il Kazakistan ma comunque in prossimità della parte nord-occidentale della Cina, a condurre le operazioni sarà il generale Sergei Karakayev e saranno utilizzate forze di terra, unità missilistiche ed aeronautica.
La mobilitazione ordinata da Pechino è cominciata già il 9 settembre e colonne di truppe sono state viste attraversare la città di Majiatun, in Manciuria, nella Cina nord orientale; queste verranno quindi schierate a migliaia di chilometri dal sito nel quale le forze armate di Mosca condurranno l’esercitazione in questione, in modo da costituire una minaccia in caso di mosse impreviste da parte dei migliaia di uomini presenti poco oltre confine.
Non è la prima volta che si creano situazioni di tensione tra Pechino e Mosca ma, solo pochi mesi fa, i due paesi hanno firmato un’intesa che consentirà alla Russia di vendere, nell’arco di 30 anni, gas naturale per una cifra pari a 430 miliardi di dollari i quali, benché siano una cifra notevole, non rappresentano nulla rispetto ai 130 miliardi acquistati ogni anno dall’Europa.
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Cina. Pechino schiera 15mila uomini e pezzi di artiglieria sul confine russo
Creato il 13 settembre 2014 da Giacomo Dolzani @giacomodolzaniPossono interessarti anche questi articoli :
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