In Cina c’è una guerra da combattere sul web, una guerra di propaganda per “guidare l’opinione pubblica“. Così si è espresso Xi Jinping, presidente della repubblica popolare cinese che ha ordinato al partito Comunista di preparare un esercito forte, in grado di conquistare terreno anche sui nuovi media.
Il rischio per il governo è che sul web vengano pubblicate notizie dichiarate “infondate” che potrebbero minare la stabilità sociale. Proprio per questo motivo si è assistito ad una serie di arresti che hanno coinvolto gli utenti dei vari social network con troppi followers.
Come avviene l’arresto? Semplice, se la notizia diffusa dagli utenti viene considerata falsa dal sistema di censura cinese e questa dovesse essere divulgata da un imprecisato numero di utenti, allora scattano le manette. Come accaduto per esempio per alcuni utenti del sito Sina Weibo, una sorta di via di mezzo tra Facebook e Twitter.
Il Presidente cinese, rispetto alla propaganda di agosto, ha chiesto che la guerra sia fatta in modo “attivo”, ovvero che non ci si limiti a censurare ma anche a diffondere le notizie e le opinioni che il governo preferisce vedere diffuse. Fra queste, un richiamo alla “purificazione ideologica”, e i Quattro Principi Cardinali di Deng Xiaoping, ovvero: sostenere la dittatura democratica del proletariato, sostenere il cammino socialista, sostenere la guida del Partito Comunista e il Marxismo-Leninismo-Mao Zedong pensiero.