Luigi Abete, a destra, ride con un suo amico (foto da Dagospia)
Da un mese ormai, dal 4 luglio, i lavoratori di Cinecittà occupano gli studi cinematografici più famosi del mondo. Abbiamo parlato di loro in “Lavoro, chi lotta a Ferragosto” perché la loro occupazione è destinata ad andare avanti ancora un po’. Il perché ce lo spiegano loro, gli occupanti, che ci scrivono:
“I Lavoratori di Cinecittà Studios ringraziano il Prefetto di Roma Pecoraro per il tentativo di apertura di un tavolo di confronto. Le premesse del Prefetto, sollecitato dallo stesso Abete dopo la sua conferenza stampa presso la Casa del Cinema, erano accettabili: una convocazione che doveva svilupparsi in tempi rapidi sospendendo le ostilità. Non crediamo che per tempi rapidi si possa intendere il 30 agosto visto che ora il Presidente Abete è in ferie in Corsica, e certamente non dimostra sensibilità e rispetto nei confronti dei suoi dipendenti, che attendono da un mese di confrontarsi con lui. Al suo rientro sarà il Prefetto ad andare in ferie e a non essere presente. I lavoratori continueranno ad attendere pazientemente, sotto il sole, il 30 di agosto”.
Quando la Fornero, e altri come lei, ci dicono che gli imprenditori non sono certo dei mostri pronti a licenziare chiunque, sono episodi come questo che vogliamo ricordare. Una leggerezza che costa molto ai lavoratori: un altro mese, due, di attesa sulle proprie sorti. Leggerezza, se non aperta ostilità: lo stesso Abete nei giorni scorsi ha dichiarato che se non finisce l’occupazione procederà ai licenziamenti. Ma manifestare è un diritto. E cosa chiedono, poi, di così impossibile i lavoratori a Cinecittà? Solo sapere esattamente in cosa consiste il piano industriale, in particolare sui licenziamenti, che rischiano di essere mascherati con cessioni e trasferimenti come spiegano bene i lavoratori sul loro sito.
L’attesa di Abete a confrontarsi coi lavoratori non può che indurci a pensare che abbiano ragione gli occupanti. Se il Direttore aveva tanta fretta da minacciare i licenziamenti, ci chiediamo perché non abbia sacrificato un giorno delle ferie per partecipare a questo tavolo del Prefetto.
di Michele Azzu | @micheleazzu
(6 agosto 2012)