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Cineforum a Fidenza: "Le Idi di marzo"

Creato il 04 marzo 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Le idi di marzo 
Giovedì 8 marzo alle ore 21
Cineforum al Cinema Cristallo a Fidenza



Giovedì 8 marzo alle ore 21 il cineforum presenta al Cinema Cristallo l'ultima opera di George Clooney (qui attore e regista): "Le idi di marzo". Il riferimento del titolo all'assassinio di Giulio Cesare nell'antica Roma è più che mai pertinente: anche oggi dietro la facciata della politica ufficiale si nascondono corruzione, tradimenti, doppi giochi e amoralità di ogni genere. L'imperativo categorico è conseguire il fine con ogni mezzo.
Nel nostro caso la vittoria alle elezioni primarie nell'Ohio che possono spianare al candidato democratico Morris la strada per arrivare alla Casa Bianca. Nella conferenza-stampa che apre il film lo vediamo sicuro di sé mentre presenta il suo programma: incentivi alle energie pulite per non dipendere dal petrolio, lotta al terrorismo, redistribuzione della ricchezza, apertura alle unioni gay. L'aspetto è invitante, la voce suadente, lo staff perfetto. Ma basta che all'interno della "macchina" faccia ingresso una giovane stagista bionda in cerca di fortuna per mandare tutto all'aria: nel gioco al massacro che si scatena senza esclusione di colpi prevarrà il più spregiudicato e il più cinico di tutti. (M.F.)

Un lucido romanzo di formazione lontano da implicazioni qualunquiste Giancarlo Zappoli   
Stephen Meyers è il giovane guru della comunicazione nella campagna per le primarie presidenziali del Partito Democratico negli Stati Uniti di un molto prossimo futuro. Il candidato che sostiene, sotto la supervisione del più anziano Paul Zara, è il governatore Mike Morris. Morris parte svantaggiato ma ha dalla sua l’appeal di un richiamo ai più profondi valori della Costituzione americana visti sotto una luce contemporanea e accattivante. Stephen avrà modo di scoprire progressivamente che Morris, che pensava fosse sufficientemente coerente con gli ideali professati, ha un lato oscuro. Viviamo davvero in tempi poco raccomandabili se anche George Clooney, progressista doc, lancia l’allarme nei confronti dei meccanismi di una democrazia che procedono grazie all’olio della corruzione e del ricatto. È un romanzo di formazione quello che ci viene proposto sotto le spoglie del thriller politico (dei cui sviluppi è bene sapere il meno possibile prima della visione) e quella formazione coincide con il degrado. Il fatto che Clooney, ispirandosi a un testo teatrale di Beau Willimon, si muova all’interno del campo democratico mostra come sia animato dal desiderio della messa in guardia. Non è una novità per il cinema americano scoperchiare le malefatte del potere, ovunque esso eserciti il suo perverso fascino. Che però questo avvenga in piena era Obama  deve preoccuparci ancor più direttamente. Clooney non è diventato un qualunquista di basso livello pronto ad affermare “i politici sono tutti uguali”. Si muove su un piano più elevato e perciò molto più significativo. Attraverso il mutamento (anche di espressioni) dell’efficace Ryan Gosling sembra volerci ricordare come la democrazia stia sempre più trasformandosi in una parola che si è svuotata del significato originario per includere invece opportunismi e compromessi da cui nessuno è esente. I rapporti tra esseri umani finiscono con il dissolversi facendo sì che le parole stesse perdano totalmente il loro valore.  Clooney non risparmia neanche il mondo dei media, grazie al personaggio affidato a una Marisa Tomei in grado di mostrare come il ruolo della giornalista che si occupa di politica sia al contempo quello di cacciatore e preda. I pugnali delle Idi di marzo possono anche uccidere ma, soprattutto, sono in grado di infliggere ferite che sembrano apparentemente rimarginarsi mentre in realtà danno inizio a un processo di putrefazione delle coscienze che rischia di coinvolgerci tutti.


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