Se entrare in una classe e sedersi davanti ad una lavagna per imparare e leggere fosse sempre considerato un diritto, ma anche un dono prezioso. Se una matita per scrivere le prime lettere della propria vita fosse un bene da custodire con cura. Se l’insegnante venisse guardato con ammirazione, perchè capace di trasmettere un sapere grande. Ecco ciò su cui mi ha portato a riflettere il film “The first grader“. Troppo spesso nel nostro mondo occidentale diamo per scontata la scuola e l’istruzione obbligatoria, senza pensare che si tratta di diritti meravigliosi conquistati con il tempo e le battaglie. E tutti i nostri figli dovrebbero esserne più consapevoli, o meglio, noi dovremmo renderli più consapevoli.
Per i piccoli abitanti di un villaggio del Kenya, in cui è ambientata la pellicola, andare a scuola è un’occasione incredibile ed unica. Glielo si legge negli occhi entusiasti e nelle voci con cui intonano cori per imparare a sillabare e contare. Ed è proprio tra questi bambini che un anziano signore inizia la sua avventura. Combatte contro i genitori, gli alunni e gli stessi insegnanti per riuscire ad accedere anche lui all’istruzione di base.
È una storia delicata e vera, perchè presa dalla realtà, di Maruge, divenuto per i Guinness dei Primati il più vecchio scolaro delle elementari.
Una narrazione con momenti commoventi e pennellate di allegria. Una veritiera rappresentazione dell’Africa e un omaggio al Kenya unito, che cerca di superare la storia passata e le differenze tribali. Un augurio per le imminenti elezioni!