Posted 6 febbraio 2013 in Kultura, Slider with 0 Comments
di Davide Denti
Da Istanbul ai Paesi baschi, dai neonazisti tedeschi alla Bosnia. La quattro giorni cinematografica de “Al cuore dei conflitti” porta lo spettatore ai quattro angoli della nostra Europa, per mostrare visioni e riflessioni sui conflitti politici, ma anche urbani, razziali e di genere. Film inediti che puntano a scoprire storie poco conosciute, dando la parola a registi che in quei luoghi sono cresciuti e che li hanno vissuti o li vivono ancora sulla propria pelle.
Cinque i film proiettati in anteprima, dal 5 al 9 febbraio, al Lab80 di Bergamo. Si parte con Cogunluk/Majority (Turchia, 2010), di Seren Yüce, un film sul conformismo e l’impossibilità di sfuggire al posto che la società ci impone, attraverso la storia di un pigro ventenne stambuliota. “Sotto una veste chiamata tecnologia si dissimula la complessa struttura dell’umanità che da sempre è fondata sul maschilismo”, sottolinea il regista.
Segue Barrura begiratzeko leihoak / Windows Looking Inward (Spagna, 2012), un film basco in anteprima, in cui cinque registi diversi si approcciano al tema della prigionia politica attraverso cinque diverse storie. “Il nostro scopo – dicono – è di offrire un punto di vista diverso, che si concentri principalmente sul lato umano della questione, ossia sulla persona che sta dietro al detenuto“.
Ancora, con Kriegerin / Combat Girls (Germania, 2011), il regista David Wnendt punta l’obiettivo della telecamera sull’Europa dell’intolleranza, attraverso la storia di Marisa, ventenne membro di una gang neonazi, della sua discepola Svenja, e di un rifugiato afghano che trasformerà le loro certezze. “Combat Girls - dice Wnendt, -è un ritratto realistico ed inflessibile che evita gli stereotipi tipici dei film sulla scena neonazista. Esplora le ragioni ed i motivi che spingono delle giovani ragazze nelle braccia di carismatici estremisti“.
L’ultima serata, sabato 9 febbraio, prevede una doppia proiezione: Krivina (Bosnia/Canada, 2012), di Igor Drljaca, la storia di un bosniaco emigrato in Canada ma senza integrarsi, che dopo vent’anni decide di ripartire per la Bosnia per rintracciare un amico ricercato per crimini di guerra. Krivina è uno dei pochi film prodotti e girati in Republika Srpska.
A seguire, il documentario Cinema Komunisto (Serbia, 2010), di Mila Turajlic, vincitore di numerosi festival nei Balcani e già presentato in Italia al Florence Balkan Express. La regista, attraverso l’uso efficace di pellicole d’archivio e di interviste con i protagonisti del tempo, racconta la passione di Tito per il cinema, che lo porta a vedere oltre 300 film l’anno, e la storia gloriosa della cinecittà jugoslava, Avala. Un connubio tra progetto politico ed industria cinematografica, tra cinema e potere, che diventa metafora della Jugoslavia socialista stessa, dall’ascesa al declino. Qualcosa di cui ormai resta solo l’estetica e la nostalgia.
”Al cuore dei conflitti” è una rassegna organizzata dalla Federazione italiana cineforum in collaborazione con Lab80 film, Laboratorio 80, Osservatorio Balcani e Caucaso, Università di Modena e Reggio Emilia, Bergamo e Balcani, ed è realizzato col sostegno dell’UE nell’ambito del progetto Racconta l’Europa all’Europa. Dopo Bergamo, toccherà altre città italiane nel corso del 2013.
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Tags: Al cuore dei conflitti, cinema, Davide Denti, Lab80 Categories: Kultura, Slider