Il regista è atteso oggi sulla croisette per presentare “Mia madre”. La pellicola è interpretata da Margherita Buy, John Turturro e lo stesso Moretti, ed è uscita nelle sale italiane il 14 aprile scorso.
“Da Cannes accetto qualsiasi cosa”, rispondeva il regista, durante la presentazione italiana di ‘Mia madre’, a chi gli chiedeva come l’avrebbe presa se il Festival diretto da Thierry Fremaux lo avesse ospitato in una sezione che non fosse quella del concorso. Naturalmente il caro Nanni (dal 1977 a oggi, non solo come regista, questa sarà la sua quindicesima volta a Cannes) già sapeva che, per la settima volta (tra gli italiani solamente De Sica, Germi, Scola e Ferreri ci sono riusciti otto volte), un suo film avrebbe concorso per la Palma d’Oro.
Riconoscimento che manca all’Italia proprio dal 2001, quando Moretti la vinse con ‘La stanza del figlio’. “Quello era un film che nasceva da alcune mie paure, da certi fantasmi…”, spiega il regista che, questa volta, con ‘Mia madre’ ha messo in scena un’altra riflessione sul lutto. Mossa dalla perdita della mamma, Agata Apicella, avvenuta durante le fasi di montaggio di “Habemus Papam”: “Credo che per tutti sia un passaggio importante della vita. Volevo raccontare questo momento, ma senza sadismo nei confronti dello spettatore”, dice ancora Moretti, che nel film si mette quasi da parte. È il fratello (sorta di coscienza-ombra) della protagonista, Margherita Buy, regista alle prese con un nuovo film e con un periodo di transizione della propria esistenza.
Alter ego (quasi) dichiarato di Moretti, l’attrice incarna quel “senso di inadeguatezza” che lo stesso Michel Piccoli dichiarava sul soglio pontificio: “Il senso del disagio lo conosco molto bene. Tanti anni fa pensavo che col passare del tempo si diventasse più capaci e invece più il tempo passa più avviene il contrario”, ammette Moretti, che non nasconde infine la difficoltà di portare sullo schermo una storia così personale: “Penso che quando si realizza un film si fa un film e basta. Anche se l’argomento è molto forte, alla fine credo che il tema non ti investa. Credo tutte queste cose, ma non sono d’accordo”. (ADNKRONOS)