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Cinema - Giraffe e intifada (Giraffada) - di Angela Laugier

Creato il 03 agosto 2014 da Tafanus

Recensione del film "GIRAFFADA" (di Angela Laugier)

Regia: Rani Massalha

Principali interpreti: Saleh Bakri, Laure De Clermont, Roschdy Zem, Ahmed Bayatra, Mohammed Bakri, Loutof Nuweiser – 85 min. – Italia, Francia, Germania, Palestina 2014.

La piccola città di Qalqilya, in Cisgiordania, sorge a ridosso di quel crudele muro che lo stato di Israele aveva costruito qualche anno fa allo scopo di evitare le infiltrazioni terroristiche, incurante di tagliar fuori dai collegamenti vitali le zone abitate da una popolazione nella maggioranza dei casi pacifica e tranquilla. Qui è ambientato questo grazioso e anche drammatico film che, raccontando la storia di due giraffe, particolarmente amate da Ziad (Ahmed Bayatra), il piccolo figlio del fascinoso veterinario dello zoo di Qalqilya, Yacine (Saleh Bakri), ci parla della situazione crudele e paradossale in cui sono costretti a vivere gli abitanti della zona, costantemente assediati dai blocchi militari che sorgono ovunque alle loro spalle.

Ziad si era preso cura di due meravigliose giraffe, Rita e Brownie, che vivevano in cattività, come tutti gli animali dello zoo (e come tutti i palestinesi di quella cittadina), fino alla morte drammatica di Brownie, il maschio della coppia che, fuggendo per il terrore durante un raid notturno israeliano, aveva sbattuto il capo contro il muro, lasciando per sempre Rita, gravida, ora anche anoressica per il dolore. Ziad aveva allora chiesto ad Allah di aiutare Rita offrendo, in cambio, il proprio digiuno sino a che la sua giraffa non fosse tornata a nutrirsi. Si sviluppa da questa piccola storia, parzialmente vera*, l’intero film, che è la narrazione delicata del rapporto d’amore fra il bambino e l’animale, ma anche della difficoltà dei rapporti fra Ziad e Yacine, della nascente storia d’amore fra Yacine e Laura (Laure De Clermont), la bella giornalista francese che non riesce a farsi accettare dal bambino, che pure è orfano di madre. Forse sono un po’ troppi i temi che si intersecano nel film, soltanto parzialmente riuscito, perché il regista, palestinese di origine, ma ora cittadino francese che ha studiato a Parigi, non sempre li domina con sicurezza. Il risultato è una pellicola che , pur trattando argomenti molto interessanti, procede a rilento, soprattutto nella parte centrale. Penso, comunque, che il film sia utile da vedere, intanto perché le informazioni sulle sofferenze degli abitanti dei territori sono ben calate nelle piccole storie individuali, poi perché la vicenda di Ziad e delle giraffe è molto ben raccontata e può piacere molto, soprattutto ai bambini, ai quali perciò il film può essere particolarmente adatto.

*QUI gli interessati possono trovare il racconto del vero veterinario dello zoo di Qalqilya

Angela Laugier

0108/0630/1100


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