Ritorno a l’Avana – o meglio, Ritorno a Itaca, come vorrebbe il titolo originale in francese, Retour à Ithaque – narra la storia di cinque amici che una notte si ritrovano in una terrazza nella capitale di Cuba, La Habana, a ricordare gioie e dolori personali del passato, che si intrecciano con la storia cubana.
Film del regista francese Laurent Cantet, colui che nel 2008 riportò la Palma d’Oro di Cannes a casa, con La Classe (Entre le Murs), a ben ventun anni di distanza dall’ultimo francese vincente (Maurice Pialat, con Sous le soleil de Satan). Sceneggiatura scritta dallo stesso Cantet, in collaborazione con Leonardo Padura Fuentes.
Una storia ambientata in un voluto contesto politico, appare ragionevole pensare che l’Ulisse del film sia Amadeo (Nestor Jimenez), uno scrittore sulla cinquantina di ritorno a Cuba dopo sedici anni di esilio in Spagna. Le circostanze del suo esilio sono inizialmente ignote, spiegate solamente nella penultima scena, rendendolo come gli altri suoi amici un figlio della Revoluciòn, i cui animi rivoluzionari però si sono sopiti per via dei duri anni di depressione economica nella Cuba post caduta del muro, il “periodo speciale” che si è vissuto a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica e del Comecon. Diversamente da Amedeo, gli altri amici non sono fuggiti, ma sono rimasti, con scarso successo. Disilluso da un clima economico depresso, e la scarsa offerta sul mercato del lavoro, il pittore Rafa (Fernando Hechevarria) ha deciso di abbandonare la sua passione, la pittura. Stessa triste sorte che ha toccato Eddy (Jorge Peruggorria), scrittore che ha abbandonato la sua passione per diventare commercialista, un lavoro più remunerativo ma che gli causa problemi con il fisco per pratiche ed abitudini commerciali fraudolente. Tania (Isabel Santos) è un’oculista, che a stento riesce a rimanere a galla sia con il suo lavoro che emotivamente, a causa della tristezza per la partenza dei suoi due figli adulti, emigrati a Miami. L’ultimo dei convitati è Aldo (Pedro Julia Diaz Herran), ingegnere disoccupato, che però dimostra una vena idealista ed una quieta accettazione per le sue sorti. Tutti e cinque gli amici si dimostrano persone spezzate, che patiscono il sapore amaro della realtà, a conclusione di un viaggio nutrito dai sogni e spinto dalla speranza.
“Cuba è un enigma” – dice Cantet – “Ogni volta che pensi di aver capito le sue realtà, arriva qualcosa che ti fa pensare in maniera totalmente diversa. È per questo forse che, dopo cinquantacinque anni, Cuba e la sua rivoluzione mantengono ancora un grande fascino“.
Il film, della durata di 95 minuti, sarà proiettato nelle sale italiane da giovedì 30 ottobre.