Magazine Società

Cinema rituale e rappresentazione simbolica dell’oracolo sul grande schermo… part 3°

Creato il 10 ottobre 2012 da Tnepd

CINEMA RITUALE E RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA DELL’ORACOLO SUL GRANDE SCHERMO… PART  3°

Terza ed ultima parte del cinema rituale, con 3 titoli meravigliosi, tanto diversi quanto simili…
Il primo è DELITTI E SEGRETI, di S SODERBERGH con Jeremy Irons…

Il film tratto dalle opere di Kafka, principalmente il Castello ed il Processo, raffigura metaforicamente come è organizzato il sistema, quali metodologie utilizza per la sua fondazione e conservazione, quali riti sacrificali deve compiere per organizzare, a partire dall’omicidio rituale, la sua società piramidale, fatta di livelli e scale, OVVERO la  nostra società…
L’inizio della storia mostra un delitto rituale fatto da un SONNAMBULO per conto di un ricco/nobile/potente, strizzando l’occhio a JACK LO SQUARTATORE ed ai delitti della GOLDEN DAWN, come esempio appunto di fondazione del TEMPIO, come sigillo di sangue che sancisca sacralmente lo status quo…
Poi il regista mette in scena l’alienazione dell’uomo moderno, ridotto a numero nella società industriale, dove la creatività individuale è sacrificata all’altare della produzione meccanica, la possibilità di una riscossa sociale attraverso la consapevolezza antagonista di un gruppo anarchico che in nome del bene sfida il sistema, e la scoperta del Castello, dove regna e sperimenta sulla popolazione, attraverso torture, controllo mentale, prigioni, delitti e segreti, la Casta, il grande Delta…
Lo svelamento del potere e di come si manifesta nel mondo, attraverso quali meccanismi rodati da millenni, aggiornati e sempreverdi…
Un’avventura meravigliosa, una favola nera, grottesca e surreale girata in bianco e nero la prima parte, e dentro il Castello a colori nella seconda parte, per delineare sempre di più la differenza tra i due livelli di realtà…
Un gioiello cinematografico, veramente un gran bel film, guardatelo se non l’avete mai visto… !!!

Il secondo film è un mio Cult personale e racchiude tutta la poetica Kafkiana ed Orwelliana, un film basato su un’idea semplice ma GENIALE, minimalista e densa di metafore…
THE CUBE di VINCENZO NATALI… un vero capolavoro per originalità e soggetto!!!
Il regista italo-canadese che ha realizzato questa perla con un budget ridottissimo ottenendo buoni riscontri di pubblico, mette in scena un fanta-horror claustrofobico e paranoico dove, all’interno di una prigione composta come il cubo di Rubik su macro-scala, 6 personaggi in cerca d’autore o di creatore, sono stati rapiti e rinchiusi senza sapere il motivo e senza ricordarsi nulla dell’accaduto, inconsapevoli del fatto se sia tutto un esperimento, una punizione, un test, un grande fratello di sangue…
Come topi, come cavie cercheranno il bandolo della matassa in questo labirinto cnossiano futuristico e matematico, dove le stanze sono ordinate su strutture di numeri primi e la loro classificazione ne determina la posizione nello spazio all’interno del cubo…
Cubo che è progettato per muoversi e scambiare la posizione delle varie stanze, dentro ad un involucro esterno, con in mezzo solo un intercapedine che permette lo spostamento delle singole stanze ed anche l’entrata nella struttura e l’uscita verso la salvezza…
In alcune stanze ci sono trappole mortali, a metà strada tra le torture naziste e quelle rituali antiche, rivisitate con estetica moderna…
Il clima Orwelliano da Big Brother si sente molto, ed il film è un’ottima metafora sul controllo, sul sacrificio dell’uomo misero e tapino al cospetto dell’ORACOLO che lo etero-pilota dall’alto e lo guida come un burattinaio nero, sull’utilizzo del divide et impera per corrompere l’unità della base, la sua coesione sociale, dove il Cubo concettualmente rappresenta anche il mondo, l’uso della tortura come diritto acquisito del sistema sulle persone…
Il Cubo, i Cubi come mondi nei mondi, come fuga dall’ illusione della realtà, come illusione contenuta dentro altra illusione, come una sorta di matrioska, dove forse bastava rimanere fermi ed aspettare per uscirne, piuttosto che illudersi di affrontare un percorso impossibile e labirintico…
Una terra di mezzo verso l’ignoto…???

Concludiamo la rassegna cinema, con un film solo apparentemente minore, perchè si presenta come splatter-movie, ma in realtà qualcosa di molto più complesso e raffinato…
HOSTEL di Eli Roth, neo-pupillo artistico di Tarantino, da lui prodotto, sicuramente uno dei migliori registi Horror della nuova generazione…
Il film parla di giovani americani in vacanza in europa durante l’Interrail che, dopo aver conosciuto diversi personaggi che incontrano non a caso lungo la loro strada, vengono spinti durante il viaggio ad andare in un ostello della Slovacchia, dove si narra ci siano bellissime ragazze disponibili e tanto divertimento… Poco alla volta scopriranno una realtà terrificante celarsi dietro a quel maledetto ostello, dove giovani ed invitanti ragazze fingono di sedurre gli ospiti, rapendoli e portandoli in una fabbrica abbandonata, adibita a sala delle torture…
Una sorta di compendio di tutto l’apparato della santa inquisizione, aggiornato ai tempi nostri, di proprietà e gestito da una società segreta, ramificata in tutto il mondo, collusa con il sistema politico e militare, che permette a facoltosi clienti di poter uccidere e torturare le proprie vittime sacrificali una volta scelte…
Anche i clienti diventano a loro volta affiliati e ricattabili dalla setta tramite un tatuaggio di un Bracco e devono necessariamente terminare il loro capriccio con la fine del prescelto, pena la loro morte…
La pellicola iper-realista, ben diretta e fotografata, rappresenta la necessità del MALE di esistere e di essere espresso dall’uomo attraverso l’esercizio gratuito e perverso, fine a se stesso , ma anche ad alimentare il suo contenitore per farlo fluire a seconda delle epoche, come fu per la Chiesa, un’altra volta per il nazismo, un’altra ancora per una qualsiasi guerra, attraverso società segrete che gestiscono e legittimano questo orrore, utilizzando il denaro e la cooptazione, il dolore ed il potere rituale…
Uccisioni, snuff movie, sevizie e torture estreme, tutto quello che non avreste mai osato pensare invece già esisteva e continua ad esistere… !!!
Ma il film è molto interessante anche per la realtà rituale che sottende, la descrizione di una setta segreta di sangue che controlla vari apparati e si muove liberamente ad ALTI livelli, sembra ricordare il mondo dell’omicidio sacrificale, del mostro di Firenze, della Golden Dawn, dei rapimenti di bambini, della pedofilia, del traffico d’organi, in versione aggiornata ed ancor più decandente e nichilista, cinica e senza anima… Affrescato meravigliosamente con tinte granguignolesche, ricco di visioni grottesche del male, dove la fantasia criminale più recondita si può sfogare senza freni inibitori, dove il carnefice diventa a sua volta vittima, tutti all’interno di una piovra senza fine, ramificata ovunque…

PS: Da vedere anche HOSTEL 2, sempre di Roth, che conclude la storia della prima parte, da seguire la fine del primo episodio e l’inizio del secondo, dove la metafora con la realtà rituale è assai più esplicita…

BUONA VISIONE A TUTTI…

:-)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :