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CINEMA - Vecchie recensioni: “FROM HELL”, messaggio dall'Inferno.

Creato il 20 dicembre 2011 da Andreakur
James Maybrick, il commerciante di cotone di Liverpool, si starà rivoltando dalla tomba. Perché se è stato lui davvero “Jack the ripper”, Jack lo Squartatore per intenderci, come fu archiviato il caso da Scotland Yard, la nuova versione dei fatti firmata dai fratelli Hughes (e ispirata al libro di fumetti del 1999 di Alan Moore) contraddice ogni supposizione dell’epoca (avvelenamento di Maybrick da parte della moglie, come da “Diario”) inzuppando il biscotto nella Massoneria britannica vittoriana da dove l’assassino trae la linfa e la carica per i suoi delitti macabri. Quindi, in “From Hell” (riferimento all’indirizzo del mittente su una lettera dello stesso killer), distribuito dalla Twentieth Century Fox, un vero professionista dell’anatomia umana si aggira per i bassifondi londinesi del 1888 con tanto di valigetta porta attrezzi, una sorta di 24 ore indispensabile per i suoi “lavoretti” notturni da asporto, spettacolo poco edificante tanto da far svenire persino i medici dell’autopsia, di solito gente abituata. Ma “Jack the Ripper” lo aveva scritto, “Un giorno gli uomini guarderanno indietro e diranno che ho battezzato il ventesimo secolo “. Così, sulle sue orme si getta il bel tenebroso ispettore Fred Abberline, alias Johnny Depp, il quale tra una fumatina e l’altra di oppio ha continue visioni illuminatrici in grado di risolvere alcuni casi passati. Ma l’assassino non è uno qualsiasi e Abberline lo intuisce subito. Dai grappoli d’uva che offre alla sue vittime (prostitute), roba da ricchi, non da macellai come suggerisce lo scempio. Solo che quando c’è di mezzo un segreto di Stato, pardon di Regina, tutti s’inchinano. E allora parte la caccia popolana ai Giudei. Nel mentre, la combriccola di “sfortunate” viene man mano sfoltita dal killer, e l’ispettore Abberline trova il tempo per trescare con la bella Mery Kelly (Heather Graham), che alla fine salverà dalla persecuzione imperiale. Al di là della trama, che comunque è originale rispetto alla leggendaria storia di “Jack lo Squartatore”, ciò che più entusiasma è la ricostruzione storica dell’area di Whitechapel, parte malfamata della Londra vittoriana pre-industrializzata: curata nei minimi particolari, angosciante nello squallore quotidiano di povertà, prostituzione, spaccio, ma affascinante nell’atmosfera lugubre che traspira, la scenografia è decisamente matura per la consacrazione dell’Oscar. E pare che in molti gli abbiano già assegnato la Statuetta.

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