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Un film che con dispiacere (in molti me ne avevano parlato bene) mi ero persa, e che ho visto ieri approffittando della Festa del Cinema.
Nell'ultimo periodo molte sono state le pellicole (basti citare Benvenuto Presidente) che più o meno velatamente, chiamavano in causa la situazione politica italiana; affrescandola negativamente tra sprechi, giochi di potere e incompetenza.
Viva la Libertà non si sottrae a questa logica ma lo fa con una sottile e divertente ironia, che fa riflettere con gusto ed equilibrio. Il protagonista è Enrico Olivieri il leader, non molto carismatico, della sinistra (partito all'opposizione) in caduta libera nei sondaggi e poco amato da elettori e colleghi, alle porte delle elezioni decide di scappare e rifugiarsi in Francia da un vecchio amore del passato per ritrovare se stesso.
Il suo assistente e la moglie non sapendo cosa fare (Enrico ha lasciato solo un biglietto in cui dice che è via e tornerà) e su insistenza del partito (a cui è stato detto che Olivieri ha un problema di salute), decidono di chiamare in causa il fratello gemello, un filosofo per tempo rinchiuso in una casa di cura per problema di personalità, che in poco tempo sostituendosi al fratello, risolevverà tra genio e un pizzico di follia le sorti della sinistra; interpretando i reali bisogni dei cittadini con una scelta di linguaggio e verità poco consoni alla politica, ma decisamente concreti.
Il film è in certi punti leggero quanto profondo. Servillo (in una doppia interpretazione) è geniale; in alcuni punti soprattutto nella parte iniziale l'ho trovato un po' lento ad ingranare, ma appena entra in scena il gemello Giovanni il film spicca il volo e con lui la consapevolezza di cosa e chi servirebbe a questo paese.
Se ve lo siete persi ve lo consiglio.