
Paolo Sorrentino ha fatto sognare un po’ tutti con l’Oscar all’Italia dopo tempo immemore; il suo talento è indiscutibile: si può amarlo oppure odiarlo, ma non si può non parlarne. Dopo la cassa di risonanza hollywoodiana i suoi film sono più attesi delle ferie dopo un anno di lavoro, eppure non è Re Mida e non tutto quello che tocca diventa oro. Un po’ come Youth-La giovinezza, per esempio.Fin dai primi trailer attendevo con grande aspettativa l’ultima opera del regista napoletano, tanto da mettere da parte la mia regola aurea di non andare al cinema nella prima settimana di uscita dei film (con il Festival di Cannes ancora in evoluzione) per evitare visioni molestate dai ’cinefili del weekend’! Infatti mi sono assiepata in sala, previa coda alla biglietteria, il primo sabato possibile. Come sempre, quando ci si presenta ad un’occasione pieni di aspettative, la delusione è dietro l’angolo e questa è stata una di quelle volte.

Brevemente Youth-La giovinezza racconta il soggiorno in un lussuoso resort svizzero di Fred Ballinger (Michael Caine), celebre direttore d’orchestra in pensione, dove, assieme all’amico di una vita, nonché consuocero, Mick Boyle (Harvey Keitel), regista a fine carriera, trascorre alcuni mesi per intraprendere delle cure termali e trascorrere i suoi giorni di apatia. Nello stesso albergo pluristellato risiede una costellazione di personaggi minori, da Lena (Rachel Weisz) figlia ed assistente di Fred, abbandonata dal marito fedifrago per una disinibita pop star; Jimmy Tree (Paul Dano), attore di grande successo che si è nascosto tra le Alpi per preparare il controverso personaggio del suo prossimo film; la conturbante Miss Universo (Mădălina Diana Ghenea) che ha vinto grazie al concorso un rigenerante soggiorno da favola; Brenda Morel (Jane Fonda), star di Hollywood che deve comunicare all’amico di sempre Mick che non ha intenzione di partecipare al suo film perché “è merda”; a chiudere il carrozzone di macchiette, un Maradona completamente disfatto dalla smodatezza ma ancora capace di palleggiare come negli anni d’oro. In tutto questo caos di personaggi si stagliano appunto l’apatia di Fred, che da quando ha abbandonato il palco si sta spegnendo, complice anche una coscienza non proprio pulita per i torti arrecati in passato alla devota moglie, causticamente vomitatigli in faccia dalla figlia, e l’inesorabile cammino della vita che sta riducendo lui e Mick ad un ammasso di vecchiaia, ben lontana da quella gioventù ardente e spensierata che ci si potrebbe aspettare dal titolo della pellicola.



La mia sensazione è che Sorrentino sia bravo solo a casa sua, come spesso accade a certi registi (un esempio è il fallimentare Stoker di Park Chan-Wook realizzato dopo il capolavoro coreano della Trilogia della Vendetta); quando invece si mescola al respiro internazionale perde verve, si affloscia, dimentica la sua cifra: l’esempio precedente è This must be the place, un film con alcuni buoni momenti ma complessivamente piatto e senza l’entusiasmo (narrativo e visivo) che caratterizza le pellicole del regista napoletano. Oggi, nonostante le sempre eccelse interpretazioni di Michael Caine e Harvey Keitel (come allora quella di Sean Penn), si ha la sensazione che qualcosa di importante manchi: i personaggi, appena abbozzati, sono slegati fra loro nonostante l’attiguità fisica e relazionale; le vicende (molte, moltissime, troppe) appena accennate; la regia sembra fine a se stessa e non più un mezzo espressivo finalizzato al racconto.Il film, ça va sans dire, non mi è piaciuto, non mi ha convito ed è, nella mia modesta opinione, decisamente al di sotto degli standard del cineasta, che resta un grande artista come pochissimi (nazionali ed internazionali) attualmente sulla piazza. Ovviamente attendo già con impazienza di vedere il suo prossimo film, auspicando si tratti di uno dei suoi capolavori!Avete visto Youth-La giovinezza? Opinioni?