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Sullo sfondo una scuola idilliaca, immersa nella campagna inglese, giovani studenti in attesa di crescere: Tom, Ruth e Kathy H spiccano tra tutti. Tom "dal cuore grande e dalla terribile rabbia" conteso tra le due amiche: Ruth così decisa ma così insicura e Kathy H, così sensibile e remissiva. Starete pensando: il solito triangolo amoroso strappalacrime, dove tutto va nel verso sbagliato e si precipita sempre nel patetismo più becero, del tipo che ti fa rodere il fegato dopo la visione. Sarebbe sicuramente finita così, se non che, la scuola idilliaca in realtà è un istituto per giovani cloni,futuri donatori di organi, la cui vita è già stata programmata. Lo scenario è quello distopico (o utopico?) di un mondo alternativo, dove l'aspettativa di vita si è allungata, le malattie più mortificanti diventano curabili e tutto questo anche grazie alla clonazione legalizzata. Il problema etico sembra ormai superato sul piano giuridico, ma non quello psicologico. Come potrebbe essere diversa da una qualunque altra vita quella di un clone? Li aspetta un'esistenza insipida e miserevole o riusciranno a dimostrare di avere un'anima?
Il regista Mark Romanek si muove in un'atmosfera delicata, dai colori caldi, ipnotica. La malinconia aleggia su tutto il film e ,in particolare, sui tre protagonisti che sembrano rassegnati alla loro missione salvifica. La mortificazione fisica alla quale sono sottoposti è appena sfiorata dal regista che preferisce mantenersi sul piano emotivo, più che etico. L'effetto è straniante. Mi aspettavo un racconto di fantascienza e invece mi ritrovo davanti una storia dai toni miti e strazianti. Forse per questo apparente e totale equilibrio risulta così angoscioso per lo spettatore. Un film commovente, intenso nel suo minimalismo. E così il cast: Andrew Garfield (che personalmente ho amato in "The Social Network"),Keira Knightley (un po' sfocata, messa in ombra dall'altra protagonista) e Carey Mulligan (perfettamente calata nel ruolo). In generale il film si muove in sordina fino al finale decisamente esplosivo (rispetto all'andamento del film) e così gli attori, dall'aria dimessa e profondamente assorta, tranne, a sprazzi, il personaggio di Ruth. Questo non deve indurvi a pensare che il ritmo del film sia lento perchè la storia è coinvolgente, interessante ed è impossibile che non vi scappi giù una lacrima. L'effetto insomma è quello di tre cuccioli abbandonati sulla strada, vittime di un'ingiustizia che non per questo rinunciano ad emozionarsi ed emozionarci di riflesso.
Le atmosfere sono magiche, fuori dal tempo e dallo spazio, un tocco di malinconica eleganza. Splendida fotografia. Ottimo film.
Voto: 8,5.
P.S. Mi son dimenticata di dirvi che il film è tratto dal bellissimo romanzo di Kazuo Ishiguro.
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