I Cinesi cercano laboratori con annessa abitazione. Si stanno sistemando come eravamo sistemati noi fino a pochi anni fa: casa e bottega. Loro aprono nuove attività in barba alla crisi mentre i nostri artigiani gettano la spugna massacrati da tasse, adempimenti, controlli. I prezzi orientali sono di gran lunga più economici dei nostri, anche se gli orientali lavorano in Italia e sono sottoposti alle stesse leggi cui sottostanno gli imprenditori italiani. Perché i Cinesi prosperano e gli Italiani chiudono?
Il sospetto è che le leggi vengano bellamente aggirate dai nostri ospiti mentre i padroni di casa non se lo possono permettere perché sono controllati in mille modi. I Cinesi, a quanto pare, no. Ogni tanto si legge notizia di un laboratorio gestito da stranieri fatto chiudere perché non a norma. Uno su un milione. E tutti sappiamo che, per trovarne uno a norma, le cifre andrebbero forse invertite. Lo sanno anche coloro che sono preposti al controllo, ma sono solo gli Italiani ad essere sottoposti a vigilanza stretta. Si viene così a creare una situazione di concorrenza falsata, dove il laboratorio degli stranieri trae enorme vantaggio e diventa imbattibilmente concorrenziale.
La legge va rispettata. Le tasse vanno pagate. Le normative di sicurezza vanno fatte osservare per la tutela dei lavoratori. Ma la legge va rispettata da tutti. Le tasse vanno pagate da tutti. Le normative di sicurezza non valgono solo per gli Italiani. Quale beneficio trae il Paese nell’avvantaggiare il lavoro degli imprenditori stranieri? Il Paese nessuno. Qualche categoria, invece, molti. C’è da riflettere.
Luca Craia