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Rogue, roguelike e… roguelite?

Creato il 26 aprile 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Che cos’è Rogue? E quali differenze ci sono fra i giochi roguelike e roguelite? Tanta confusione in merito, talvolta voluta

Se ci si fa un giro nella categoria Indie del negozio di Steam, fra i titoli più venduti e più apprezzati ricorre ormai spesso il tag “roguelike“. La traduzione letterale di questo termine è “simile a Rogue” e si usa per indicare un sottogenere di videogiochi indie con caratteristiche piuttosto distinte che ha trovato grande successo negli ultimi anni. Tuttavia bisogna fare attenzione all’uso che ne viene fatto, in quanto aleggia molta confusione su quali siano veramente le caratteristiche di un roguelike e quali giochi, invece, debbano essere chiamati roguelite.

Rogue e le origini del genere

Il Rogue nominato in questi bizzarri acronimi è un gioco rilasciato sui sistemi Unix nel 1980, caratterizzato da una grafica interamente composta da caratteri di testo e codici ASCII. Ciò che lo ha reso così famoso e apprezzato, tanto da essere nominato dalla rivista PC World Magazine quinto fra i migliori giochi per PC di tutti i tempi, è il fatto che i livelli, i nemici e gli oggetti siano generati casualmente, rendendo ogni partita diversa da quella precedente. Rogue è essenzialmente un gioco di ruolo, ispirato allo stile di Dungeon & Dragons, in cui il giocatore deve raggiungere le profondità di un complesso di caverne e sotterranei per trovare un amuleto che gli permetta di uscire in superficie. Il movimento e il combattimento si svolgono a turni, si attacca semplicemente muovendosi contro i nemici; vi è poi un repertorio di pergamene incantate e di pozioni che danno varietà al gameplay, soprattutto perché i loro effetti vengono scelti casualmente all’inizio di ogni partita. Se, per esempio, si trova una pozione rossa, essa può risultare in una pozione di vita nel momento in cui si decide di berla, ma, nella partita successiva, può invece essere una pozione incendiaria, causando così la morte del giocatore: per scoprire l’effetto corrispondente al colore di una pozione bisogna provarla su di sé! Stesso discorso va fatto per i livelli, che non sono mai uguali fra le diverse partite, rendendo l’esplorazione sempre appagante e aumentando esponenzialmente la rigiocabilità. Altro elemento caratterizzante è la permadeath, ovvero la morte “permanente”: quando si muore bisogna rincominciare da capo, senza “se” e senza “ma”. Ovviamente niente salvataggi.

L’eredità di Rogue: i roguelike

Negli anni ’80 Rogue stupì molto il pubblico di videogiocatori, tanto che in brevissimo tempo iniziarono a comparire numerosi titoli che si basavano sul suo gameplay. Il più conosciuto è senza dubbio Hack (1982), che ampliò ulteriormente la varietà di Rogue aggiungendo classi per il proprio personaggio, negozi, animali da compagnia e molto altro. Il suo successore, NetHack (1987), il cui sviluppo è stato coordinato interamente mediante internet, ha avuto ancora più successo, tanto da essere giocato ancora da moltissime persone e da vedere la sua ultima versione rilasciata nel 2003. Un altro titolo simile era Moria che, come dice il nome, consisteva in un Rogue ambientato nel mondo de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. Dal momento che questi Rogue-cloni iniziarono a spuntare come funghi e poiché categorizzarli come GdR (giochi di ruolo) era vago e riduttivo, si decise di coniare un nuovo termine che potesse identificarli chiaramente: ebbe così origine il genere roguelike.

Roguelike

Il successo di NetHack è perdurato dagli anni ’80 fino alla recente rivoluzione portata dai giochi indie

Il successo dei roguelike iniziò a calare nella seconda metà degli anni ’90, con l’avvento di una generazione di videogiochi più commerciale e aperta al pubblico. Elementi come la permadeath iniziarono ad essere considerati troppo hardcore per il giocatore medio e la mancanza di una trama guidata e ben definita relegò questo genere ad una ristretta nicchia di appassionati. Tutto ciò fino agli anni ’10 del nuovo millennio: l’improvvisa esplosione del mercato dei giochi indipendenti, più comunemente conosciuti come “indie“, ha visto una riscoperta dei generi degli anni ’80 e ’90, fra cui anche il roguelike, che ha trovato nuova vitalità, tanto da diventare una delle colonne portanti del movimento indie.

Roguelike o roguelite?

Nel rispolverare il genere roguelike, però, si è creata un po’ di confusione nella terminologia e nella categorizzazione di alcuni videogiochi. Dal 2008, anno in cui è uscita la prima versione di Spelunky, passando per The Binding of IsaacFTLRogue Legacy e molti altri, si è iniziato a definire roguelike qualsiasi gioco avesse anche solo una delle caratteristiche di Rogue, ampliando enormemente il significato che era stato dato al termine. Per arginare questo crescente fenomeno, ormai diventato una mossa commerciale per le case di sviluppo (un po’ come il termine sandbox per gli MMO), si è diffusa fra gli intenditori la parola roguelite  (talvolta anche “roguelike-like“), di difficile traduzione, ma che si potrebbe definire come “che ha un qualcosa di Rogue“. Ma quali sono le differenze fra i roguelike e i roguelite? Il modo più semplice di spiegarlo è con degli esempi.

Nella marea di giochi indie che hanno sommerso i nostri schermi negli ultimi cinque anni, un vero roguelike è senza ombra di dubbio Dungeons of Dredmor, titolo rilasciato nel 2011 dai Gaslamp Games. Se si analizza il gameplay di questo titolo, emerge chiaramente che si ha davanti un vero e proprio erede di Rogue, un gioco che ha tutte le sue caratteristiche, ma con una grafica più apprezzabile, una grandissima varietà di classi nella personalizzazione del proprio eroe, tanti nemici e oggetti inediti. Insomma, proprio un roguelike sotto tutti i punti di vista, se non addirittura un Rogue 2. Altro titolo che rientra nel genere è Crypt of the NecroDancer, rilasciato proprio ieri su Steam dai Brace Yourself Games dopo alcuni mesi di early access; Crypt of the NecroDancer è senza dubbio un roguelike: c’è la permadeath e ci sono i livelli sono generati casualmente. Ciò che lo contraddistingue dalla massa è che non si basa solo su un movimento ed un combattimento a turni, ma che questi turni vanno giocati a ritmo di musica. Il sistema funziona alla grande, risultando in un gameplay estremamente originale e divertente: un degno erede di Rogue basato sulla musica e sullo humor.

roguelike

Crypt of the NecroDancer è un eccellente esempio di roguelike dal concept originale

Se prendiamo, invece, giochi come The Binding of Isaac (2011) di Edmund McMillen e Nuclear Throne (in early access) dei Vlambeer, possiamo notare alcuni elementi di somiglianza con Rogue, ma ci sono anche meccaniche fondamentali del gioco che si discostano dall’originale. Entrambi i titoli hanno la permadeath (oggi un elemento molto apprezzato nel panorama indie) e livelli generati casualmente, tuttavia nella sostanza sono degli shooter con visuale dall’alto, ben lontani dallo stile a turni caratteristico dei roguelike. Discorso simile va fatto per Spelunky (2008) di Derek Yu, per Risk of Rain (2013) dei Hopoo Games e per Rogue Legacy (2013) dei Cellar Door Games (che addirittura nel nome cita Rogue): tutti titoli che si basano su alcune delle caratteristiche dei roguelike, ispirandosi ad essi, ma che hanno un gameplay fondamentalmente diverso. L’elemento che li rende differenti, che li classifica come roguelite, è proprio il movimento e il combattimento in tempo reale: è più rapido, più incalzante, più adatto ad un pubblico ammaliato dall’azione e dalla velocità dei propri riflessi, soprattutto se si conta il fatto che in questi giochi morire porta a conseguenze piuttosto pesanti. È una variazione molto importante, se si considera che in Rogue bisognava spesso fermarsi a pensare e a pianificare le proprie mosse, un po’ come in una partita a scacchi. Infine, merita una menzione speciale FTL: Faster Than Light (2012) dei Subset Games, bellissimo roguelite ambientato nello spazio che dimostra chiaramente quanto sia varia e vasta questa categoria di videogiochi e quanto sia necessario distinguerla, anche dal punto di vista contenutistico, da quella dei roguelike.
roguelike

Giochi come FTL: Faster Than Light dimostrano quanto sia necessaria una distinzione fra roguelite e roguelike

Tags:Binding of Isaac,FTL,Hack,indie,Moria,NetHack,Nuclear Throne,Risk of Rain,Rogue,Rogue Legacy,roguelike,roguelike-like,roguelite,Spelunky,videogiochi Next post

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