di Sam Taylor Johnson
con Dakota Johnson, Jamie Dorman
Usa 2105
genere, drammatico
durata, 125'
Se, come crediamo,
l'intenzione dei produttori era quella di creare un macchina acchiappa
soldi, possiamo dire che l'intento sia stato raggiunto e che "50 sfumature
di grigio" è fin da adesso uno dei film più importanti della stagione.
Aggiungiamo per onesta di cronaca che il compito non era dei più
difficili, trattandosi di tradurre in immagini uno dei libri più letti
del pianeta e sapendo in anticipo che il sesso sopratutto se torbido
come quello descritto dalla scrittrice inglese E L James costituisce
l'elemento che più di altri spinge lo spettatore medio alla visione di
un film.
Appurato
che gli inserti dedicati ai torridi accoppiamenti tra Anastasia Steele
(Dakota Johnson) e Christian Grey (Jamie Dornan) almeno sullo schermo
non mostrano niente di più che non possa essere visto su un qualsiasi
canale televisivo, insomma roba da educande o poco più, quello che
rimane da rilevare si trova soprattutto nelle caratteristiche
dell'innamoramento tra i due personaggi, che ripropone per somme linee
la favola di Cenerentola e del principe azzurro rimodellata su principi
di un edonismo estetico esasperato e vuoto. Se poi aggiugiamo la
presenza di una sottotrama che, nel tentativo di Anastasia di convertire
il suo amante a più salutari principi, mette in scena quelle
caratteristiche femminili di martirio e di redenzione che la ragazza
incarna quando sceglie di sottomettersi alla personalità dominante del
suo partner, allora c'è ne abbastanza per affermare che "50 sfumature di
grigio" altro non è che il remake di una vicenda che appartiene
alla storia del genere umano, e in particolare all'eterno dualismo tra
ragione e sentimento. Al di là di ogni giudizio, il film potrebbe
diventare il reperto di una civiltà in declino per mancanza di idee.






