di Sam Taylor-Johnson
con Dakota Johnson, Jamie Dornan, Jennifer Ehle, Marcia Gay-Harden
durata: 125 minuti
★★☆☆☆
Non sono mai stato particolarmente 'schizzinoso', e comunque prima o poi dovevo vederlo questo film, anche solo per spunto di conversazione. Così, seppur in ritardo, quando ormai tutti quelli che volevano vederlo lo hanno visto, eccomi a parlare delle famose 'sfumature'. E, forse anche perchè tutti ne hanno parlato malissimo, diciamo che le mie aspettative erano vicine allo zero... devo dire invece che, tutto sommato, Cinquanta sfumature di grigio non è nemmeno il film più brutto visto quest'anno (proprio ieri sera, ad esempio, sono andato a vedere Humandroid e vi assicuro che è molto peggio).
Peccato però che a una confezione seppur patinatissima ma più che dignitosa, non corrisponda purtroppo un altrettanto adeguata cura riguardo la scelta degli attori, di sicuro non selezionati per meriti artistici: i due protagonisti Dakota Johnson e Jamie Dornan sono davvero ai limiti dell'inconsistenza (e anche della sopportazione: meglio lei di lui, comunque, che sembra un sosia del robot di Superclassifica Show...). Ma a dir la verità il difetto più grosso del film non è nemmeno questo, quanto piuttosto l'assoluta assenza di alcunchè di erotico, imperdonabile per una pellicola che si riprometteva di essere il film-scandalo della stagione (ma noi, che proprio gli ultimi arrivati non siamo, sapevamo benissimo che un prodotto hollywoodiano perdipiù destinato al grande pubblico - soprattutto femminile - difficilmente avrebbe potuto scandalizzare davvero).
Ma sarebbe stata utopia cercarla in un prodotto così plastificato e incolore, a misura delle masse, dove il massimo della trasgressione va ricercato nella 'stanza del sesso' di Mr. Grey e negli urletti di piacere di Ana... che oltretutto, da brava ragazza romantica, alla fine non potrà non resistere dall' invocare un caldo abbraccio dal suo 'dominatore', chiudendo così col massimo dell'ipocrisia un film che restituisce allo spettatore esattamente quello che si sapeva, e cioè un prodotto furbissimo e ultra-commerciale, patinato e ruffiano, fintamente scandaloso, assolutamente innocuo, perfetto per far parlare di sè senza mostrare un bel niente. Del resto, è risaputo che la pubblicità è l'anima del commercio...