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Cinquanta sfumature di grigio (E. L. James) - Venerdì del libro

Creato il 05 ottobre 2012 da Stefania

Chissà cosa farei se incontrassi Christian Grey? Me lo sono chiesta al termine della lettura del libro “Cinquanta sfumature di grigio” tentando di mettermi nei panni di Anastasia, spogliandomi per un momento della mia veste di moglie e madre per cercare di immedesimarmi in una ragazza un po’ imbranata, alle soglie della laurea, senza storie importanti alle spalle tanto da essere ancora vergine. Ci ho provato ma mi sono persa nelle more dell’assurdità di una situazione che solo nei romanzi credo possa verificarsi. Sforzandomi di immaginare che potesse realmente accadere una situazione tanto assurda, mi sono detta che probabilmente avrei fatto tutto quello che ha fatto lei e sarei giunta alla sua stessa identica conclusione.Ma andiamo per ordine.Cinquanta sfumature di grigio (E. L. James) - Venerdì del libroIl libro “Cinquanta sfumature di grigio” è arrivato tra le mie mani per via di un prestito da parte di un’amica che mi aveva incuriosita con il suo lapidario commento. Quando, sul finire dell’estate, l’avevo vista sotto l’ombrellone con questo libro in mano e da brava curiosa in fatto di libri le ho chiesto “Com’è?”, mi sono sentita rispondere: “Esagerato, ma incuriosisce fino alla fine”. Un commento che sulle prime non ho collegato a nessun tipo di trama visto che non sapevo – credetemi  - che tipo di libro fosse. Quando i libri vengono eccessivamente pubblicizzati me ne tengo alla larga per via della convinzione che a tanta fama improvvisa corrisponda una campagna pubblicitaria con i fiocchi. Così, tenendomi alla larga da quel libro che avevo visto impilato in modo massiccio in libreria assieme agli altri due scritti di seguito, avevo evitato di leggere recensioni, commenti o accenni alla trama. 
Quando la mia amica me l’ha dato in prestito nel leggere l’ultima di copertina sono rimasta interdetta e piacevolmente sorpresa: “Quello che ogni donna vuole. Ovviamente”, è stato il commento che più mi ha colpita. “Wow… ho pensato… che sarà mai!”. E mi sono data alla lettura spinta dalla curiosità che mi guida spesso nella scelta dei libri. 
Credo che la trama sia nota ai più, oramai (forse ero io l’unica a non sapere di che libro si trattasse): Anastasia è una ragazza alle soglie della laurea, si considera una ragazza nella media senza nulla di speciale, non ha una grossa autostima. Anastasia (Ana) incontra Christian: un gran pezzo di ragazzo, bello bellissimo, ricco ricchissimo, fico fichissimo. Ne subisce immediatamente il fascino e si ritrova ad assecondare le sue abitudini sessuali senza dubbio fuori dai canoni tradizionali. Christian è magnetico ma strano, dall’umore scostante, misterioso, con una storia torbida alle spalle, poco disposto a parlare di se, piuttosto calcolatore e maniaco del controllo. Un Dominatore con la D maiuscola sul fronte sessuale, in cerca di una Sottomessa, non di una donna da amare. Ed è qui che Anastasia si trova a fare i conti con una realtà a lei sconosciuta. Vuoi per la sua inesperienza, vuoi per la sua femminilità appena scoperta grazie a Christian, Ana si trova a vivere intense emozioni che rientrano nei canoni del sesso declinato al maschile. Christian non vuole soddisfare solo se stesso, non è questo il punto. Vuole soddisfare anche lei ma a modo suo, facendole conoscere il lato dolce del dolore, inducendola a diventare la sua Sottomessa, chiedendole di essere a sua disposizione ogni volta che lui ne avesse voglia e pronta a dire di si ad ogni sua volontà tanto da accettare punizioni corporali nel caso in cui infrangesse delle precise regole. Lui il Dominatore lei la Sottomessa solo a determinate condizioni, però, tanto da proporle la firma di un contratto vero e proprio, con clausole da discutere e sottoscrivere, con delle parole da usare per “salvarsi” nei casi più estremi: perché lui vuole tutto questo solo se anche lei lo vuole. Christian mira ad indurre Anastasia a chiedergli di sottometterla, ad essere lei a chiedere il dolore come mezzo per arrivare al piacere. Non vuole farle del male: cerca anche di proteggerla da se stesso ma le fa presto capire che se accetta le sue condizioni, se sta al suo gioco, poi non potrà tornare indietro. Non vuole qualcuno da amare ma da sottomettere.
Questo è quanto.
Ebbene… Qualche cosa mi è piaciuto (poco), qualche cosa no (molto).Mi è piaciuto il fatto che, comunque, da lettrice sono stata indotta a leggere fino all’ultima pagina per cercare di capire dove si volesse arrivare… Non mi sono piaciute le tante esagerazioni che ho trovato ed anche le continue ripetizioni che, in alcuni punti, mi hanno irritata. Lo stile di scrittura è piuttosto semplice e lineare, mai volgare anche nelle descrizioni di situazioni erotiche del tutto particolari. Questo devo riconoscerlo all’autrice: a differenza di altri libri in cui si è scaduti nell’eccessiva volgarità, in questo caso si usa un linguaggio minuzioso nelle descrizioni ma non volgare. Mai. E l’ho apprezzato.Non ho apprezzato, però, il messaggio che passa anche se, con il finale, la donna riconquista un minimo di dignità.
Ho trovato parecchie ripetizioni che mi hanno innervosita un bel po'. Espressioni usate spesso in parti diverse del libro – l’abuso di verbi come “grugnire”, o “gemere” o situazioni continuamente ripetute come  “alzare gli occhi al cielo”- e questa cosa mi ha un tantino indispettita. Non solo l'uso ripetuto più e più volte delle stesse parole, ma anche delle stesse espressioni mi ha dato l'idea della necessità di forzare la mano nei confronti del lettore. 
Le descrizioni delle situazioni erotiche sono scelte ad arte: minuziose e con l’evidente intento di “riscaldare” chi fosse alla lettura, se non altro a livello di fantasia ma, secondo me, con notevoli esagerazioni che rendono il tutto piuttosto inverosimile. 
E poi lei, Anastasia, nel giro di un paio di settimane passa dallo status di verginella impenitente ed amante focosa e pronta a tutto per un uomo che non la ama ma vuole farne la sua sottomessa. Un'esagerazione secondo me... Anche se, credo, quando scoppia la passione si perde la testa completamente e si rischia di fare cose che, a mente più lucida, non si farebbero mai. Per questo mi sono detta che, probabilmente, se fossi stata anche io in quella stessa situazione mi sarei lasciata travolgere allo stesso modo, almeno all’inizio e con i dovuti limiti.
Lui cerca di fare qualche passo avanti per andare incontro ad Anastasia, a modo suo inizia pure ad amarla anche se non riesce a dare un nome a ciò che prova, non riesce ad andare oltre quelle che sono le sue abitudini e necessità. Però, lasciatemelo dire, l’autrice l’ho ha descritto come un robot del sesso che, sinceramente, mi è sembrato molto esagerato. Un adone, super dotato, che non ha nulla a che fare con la tenerezza, con la giocosità di un rapporto a due. O meglio, ha un modo di intendere “la giocosità” del tutto particolare tanto da allestire nella sua suntuosa casa una “Stanza dei giochi” con frustini, manette e roba del genere. 
Probabilmente il successo del libro - quello che viene misurato con il numero di copie vendute e con la permanenza nei primi posti in classifica in fatto di vendite in diverse parti del mondo - è dovuto proprio alle descrizioni minuziose dei rapporti sessuali tra i due ma, secondo me, la narrativa erotica è ben altro.
Io non ho apprezzato affatto il messaggio che è passato, quello del corpo di una donna usato da un uomo come mero strumento di piacere e compiacimento. Non rientra proprio nei miei canoni di rapporto a due. Così come non ho gradito i commenti scritti nell'ultima pagina di copertina con "The guardian" che definisce il libro come "Quello che ogni donna vuole. Ovviamente". Probabilmente io non rientro nei canoni delle donne che fanno testo per "The guardian": io non ci tengo proprio a farmi ammanettare ad un letto e farmi sculacciare da un Dominatore che non è capace di amare ma solo di sottomettere. O – se vogliamo – che è capace di amare solo nella misura in cui una donna si sottomette a lui. Sono d'accordo sulla necessità di trovare una buona intesa sessuale ma non sono d'accordo per niente con il messaggio che passa dalle pagine di questo libro. Quando ho iniziato a proiettarmi verso il finale ho immaginato che l'amore potesse prevalere su tutto ma non è andata come avrei voluto. Credo che la storia sia finita nell'unico modo possibile. Nell’unico modo capace di restituire dignità ad una donna che, accecata da un sentimento travolgente, ha creduto di poter provare piacere nel dolore e nell’umiliazione imposta dagli ordini del suo Dominatore. 
Nonostante tutto, non è un libro che si fa fatica a leggere. Non lo si lascia a metà (con altri mi è capitato) seppur nella consapevolezza dei suoi limiti. Alcune situazioni restano in sospeso – e questo mi è dispiaciuto… avrei voluto sapere cosa è accaduto a Christian nella sua infanzia, tanto da segnarlo così profonamente – ed anche questo mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca.
Chissà se nei successivi si continuerà a descrivere gli incontri sessuali dei due senza dare una svolta alla storia? Perché, se così fosse, sarebbe davvero una gran noia...
Ho letto questo libro in una settimana: le descrizioni dei momenti intimi tra i due non mi hanno ne’ scandalizzata ne’ disturbata. Ma di certo non mi hanno vista alle prese con la lettura con la classica “bava alla bocca”, tanto per rendere l’idea. Da donna devo dire che Anastasia mi ha fatto anche un po’ tenerezza perché posso capire cosa voglia dire essere travolti da un sentimento così intenso, da un’attrazione fisica così irresistibile, al punto da perdere il controllo anche nei momenti più impensabili. Però in alcuni momenti mi è sembrata ridicola non per colpa sua ma di un’autrice che ha davvero tirato la corda fino all’estremo. Christian… bhè, alla fin fine se fossi una ragazza come Anastasia mi piacerebbe incontrarlo. Ma farebbe fatica ad imporsi come Dominatore nei miei confronti, su questo non ho dubbi. Non mi lascerei mai umiliare in quel modo. 
Sono certa che molte altre lettrici – ed anche lettori, perché no? Chi dice che il genere erotico piaccia solo alle donne? Io non credo che sia così – hanno già letto questo libro per cui mi piacerebbe aprire un confronto con chi avesse un’idea diversa dalla mia. Per questo Venerdì del libro ho cambiato decisamente genere.
Dimenticavo: è pieno zeppo di pubblicità… e questo non aiuta affatto a far alzare il mio indice di gradimento. Tutt’altro. Letteratura erotica? Mha… Credo che la letteratura erotica sia altro. La "letteratura" è altro... C’è di peggio… ma anche di molto meglio.

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