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Cinque cose che non mi manca(va)no dell'Italia (2 di 2)
Creato il 25 aprile 2013 da Sommobuta @sommobutaNello scrivere quella Top 5 avevo pensato anche a quella inversa, e l’avevo scritta immediatamente per riproporvela una settimana dopo la partenza: 5 cose che non mi mancheranno dell’Italia. L’ho conservata fino ad oggi senza sapere “perché”, ma i due giorni che ho trascorso a casa mi hanno fatto comprendere che la Top 5 che vi presento oggi era decisamente azzeccata.
L’ho solo rimodellata aggiungendoci alcune considerazioni nate dall’ovvio paragone tra Napoli e Londra, e cambiandoci il titolo.
Ovviamente, come per tutte le Top 5, anche questa è soggettiva e rispecchia unicamente le mie opinioni.
5° Posto: La politica
Sia ben chiaro, continuo a tenermi aggiornato sull’andamento politico del Bel Paese. Deformazione professionale, curiosità, morbosità. Fate un po’ voi. Tuttavia, nonostante le mie puntatine quotidiane ai più importanti siti online di informazione di “casa nostra”, sei tu che scegli cosa leggere. E cosa ascoltare. In questi mesi ho scientemente deciso di non azionare mai il tasto “play” dei video proposti dalle varie testate. Di colpo sono scomparse le voci dei vari Bersani, Berlusconi, Grillo, Casini, Monti, Renzi, Napolitano, eccetera… E’ stata una liberazione. Quando invece sono rientrato a Napoli, sono stato sommerso nuovamente dalle facce e dalle corde vocali di questi signori che hanno contribuito e stanno contribuendo a distruggere il Paese più bello del mondo.
Ecco, la politica italiana non mi mancava per nulla, con i suoi battibecchi, le sue finte diatribe e le sue voci fasulle e falsate.
Qua, al massimo, parlano di Kate e della sua panza…
Per dire.
4° Posto: Il napoletano sguaiato
Sicuramente faccio la parte del razzista, ma quando ho preso l’aereo, mi sono bastati cinque minuti di vedute di trogloditi napoletani in viaggio, cafonissimi, che parlavano un napoletano cafonissimo e sguaiato per farmi salire la bile.
Chiedo scusa a tutti quelli che si offenderanno.
Non vogliatemi male.
Io la lingua napoletana l’adoro, è musicale, è spettacolare. Ma in bocca a certe persone assume lo straordinario effetto di diventare quanto di più volgare ci possa essere al mondo. È la proprietà delle cose belle. Ma la sguaiatezza nel parlare (tipicamente napoletana) proprio non mi mancava.
3° Posto: La burocrazia
Stesso discorso di cui sopra.
Sono bastate 24 ore nell’Italico stivale per farmi litigare con la burocrazia su ogni livello: da quello sanitario, a quello comunale, passando per quello inerente le forze dell’ordine. Sanità inesistente, caserme dei carabinieri con uomini intenti a far nulla, documentazioni che richiedono millenni per essere approvate…
No, non mi mancavano.
Qui per fare il National Insurance Number (una sorta di codice fiscale) ci vogliono tre giorni al massimo, tra colloquio e spedizione. Stessa cosa per l’apertura di un conto corrente bancario, con l’invio dei vari pin, carte bancomat e documentazioni varie.
Tutto un altro mondo.
2° Posto: Il clima
Sicuramente il punto di questa top 5 più soggettivo in assoluto.
Io sono un animale a sangue bollente, la mia temperatura corporea media è di 36.8 gradi. Vivo alla grande in posti glaciali (sarà pure che fino ai 12 anni abitavo in Padania, con neve, freddo e gelo), dove mi basta un cappotto per stare bene (chè tanto sotto sto solo a mezze maniche).
A Napoli erano quattro anni che non indossavo una giacca invernale, i mesi “freddi” li affrontavo generalmente solo con un felpino, chè tanto le minime non scendono mai sotto i 10 gradi.
Capirete che stare a Londra, dove ADESSO le temperature sono aumentate a 10 gradi, è il paradiso.
Quando due settimane fa sono ritornato a casa, sono passato da 9 gradi – un medio inverno napoletano – ai 26 FOTTUTISSIMI GRADI di Napoli.
Datemi l’inverno. L’inverno tutta la vita.
Come un amichevole Stark di Westeros…
1° Posto: I mezzi di trasporto pubblico
Ok, qui il paragone è impietoso. Sicuramente la situazione del trasporto pubblico napoletano non è paragonabile nemmeno a quello italiano, dato che nelle altre città tutto funziona in maniera egregia. A Napoli no, il trasporto pubblico è morto. L’azienda che se ne occupa è in fallimento, non ci sono soldi per regolare un traffico regolare.
E la popolazione napoletana paga il prezzo più alto, sia in termini di stress, sia in termini di costo dei biglietti, che ogni tot di tempo subiscono aumenti insensati.
Ecco, due mesi fa la situazione era questa: un trasporto cittadino ridotto in ginocchio.
Quando sono rientrato a casa, come avete potuto leggere QUI, ho impiegato più tempo per raggiungere Bagnoli dall’Aeroporto di Capodichino, che non fare tutto il tragitto per raggiungere Napoli partendo dalla mia abitazione a Londra.
Fare paragoni tra i mezzi pubblici londinesi e quelli italiani sarebbe impietoso, figurate farlo con quelli napoletani.
Mezzi di trasporto pubblico napoletani che non mi mancano per nulla al mondo…
Che dite, sono stato troppo cattivo questa volta?
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