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Cinque cose che un veneto dovrebbe imparare da un siculo (secondo il mio modestissimo parere)

Creato il 04 marzo 2011 da Abattoir

ATTENZIONE: Questo post non vuole essere fonte di offesa né denigrazione; non vuole generalizzare incondizionatamente; non pretende di essere letto seriamente!

1) Sentimento di amore/odio nei confronti della propria terra natia.

Noi siculi nutriamo verso la nostra terra un sentimento di amore/odio che va al di là della nostra comprensione. Una terra ricca di bellezze, di cultura, di vita ma che offre ben poco al siciliano medio che non sia figlio di imprenditore/politico/dottore/mafioso. Terre bellissime ma possibilità limitate. Il più delle volte, per scelta, tale condizione porta ad abbandonare questo suolo e “cercare fortuna” altrove.
Un veneto non possiede questo fortissimo sentimento di amore/odio (come quello siciliano). Che motivo avrebbero di odiare una patria che li protegge? Essa è come una madre possessiva che non li lascia andare e li rinchiude al sicuro in una torre isolata.

2) Accettare (sul serio dico) lo straniero

Ovviamente non è un’accusa di razzismo, si tratta piuttosto di una intrinseca xenofobia. La differenza risiede nel fatto che noi siculi siamo più inclini all’accoglienza, come dimostra la nostra storia. Fin dai tempi antichi, la Sicilia è stata terra d’incontro tra differenti culture; cristiani, pagani, greci, musulmani hanno convissuto sotto lo stesso cielo. Questo è sempre stato per noi una fonte di arricchimento: il diverso, lo straniero, ci arricchisce. Quando in Veneto giungeva lo straniero era per la maggior parte dei casi un barbaro venuto a saccheggiare e depredare. Per essi, lo straniero è una minaccia.

3) Un po’ di “fancazzismo” non guasta

Risulta ammirevole il loro “senso del dovere”, così com’è sconveniente il nostro eccessivo menefreghismo. Ovviamente in media stat virtus! Per cui, diamine, non casca il mondo se per un giorno, caro collega, ti prendi un permesso! Una tantum non fa niente. Cosa avrai perso? Solo 10 euro sulla tua busta paga! Però avrai guadagnato in salute. Vattene al lago, stattene a casa, scopri il piacere, per una volta, di marinare il lavoro e assapora la filosofia del “futtitinni”!

4) Le bestemmie non risolvono le situazioni

Più volte sono stata sul punto di vedere dei miei conoscenti perforarsi un’ulcera anche solo per non aver ricevuto i 5 cent. di resto della macchinetta del caffè e tirare di quelle bestemmie che un toscano e/o pugliese sarebbero rimasti sbigottiti! Non nominare il nome di Dio invano a meno che tu non sia veneto, in quel caso scatenati! Ma volete mettere la fantasia di un palermitano di inventarsi gli insulti più coloriti e fantasiosi su eventuali parenti di sesso femminile al posto di una bestemmia?

5) Abbassare la cresta e ingoiare l’orgoglio

In questi quattro mesi di convivenza in terra veronese mi sono sentita chiamare in tanti modi, tutti indicanti le mie origini. Giargiana, terrona e terroncella, anche se detti in maniera affettuosa, fanno comunque male. Perché l’accezione originale del termine è sempre negativa.  Categorizzare qualcuno in base alla provenienza non rende onore a nessuno! Ma nonostante questo, non ho mai mosso un muscolo, mi sono sorbita battutine e nomignoli vari. Al contrario, provate ad offendere anche solo per scherzo un veneto. Provate a sbattergli in faccia le sue caratteristiche socio-emotive. Non se ne terrebbe una!


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