Scuola e studio: due parole decisamente odiate dalla maggior parte dei ragazzi alle medie e alle superiori. Il disagio scolastico fa presto a sfociare in disadattamento o in dispersione scolastica. I brutti voti, le bocciature, i continui richiami, le note quotidiane sono tanti piccoli spilli dolorosi che vanno a colpire l’autostima dei ragazzi e la forza di credere nelle proprie possibilità. I continui fallimenti, se non sono gestiti adeguatamente, possono diventare una spirale nera da cui è difficile uscire.
ecco 4 COSE CHE UN GENITORE NON DOVREBBE MAI DIRE!
1. “E’ SOLO COLPA..!: non ci può essere un unico colpevole quando le cose non vanno a scuola! Il figlio potrà non aver studiato, i genitori potrebbero caricare di pressione, i professori potrebbero avere usato una prova troppo difficile, la spiegazione poco a portata di mano, i libri poco chiari e la motivazione con la curiosità sotto il tavolo. Insomma, certamente occorre riflettere sui motivi per cui la scuola stia andando male ma l’importante è non additare solo il ragazzo o solo i professori: generalmente queste situazioni sono multifattoriali e solo in questo senso può essere svolta l’indagine su cosa è andato male e, sopratutto, su cosa è andato bene.
2. “STAI MENTENDO!”. Il ragazzo arriva a casa e dice che ha preso 4; che aveva studiato ma che la verifica era troppo difficile. Che fare? istintivamente verrebbe da non credergli, la realtà è che nessuno può arrivare fino in fondo completamente nella mente di un altro e capire se sta dicendo la verità o no. In questi casi è molto meglio essere fiduciosi della bontà e dell’intelligenza del ragazzo. E se anche mentisse, vedrete che a lungo andare smetterà di farlo perchè non vorrà tradire la vostra preziosa fiducia. Comunque in questi casi è sempre opportuno parlare e cercare di capire i motivi del brutto voto.
3. “HAI COPIATO!”. Spesso i continui insuccessi scolastici portano i genitori ad interpretare anche piccoli segni positivi come qualcosa di negativo: è il caso del ragazzo che torna a casa con un bel voto, anche una sufficienza, e i genitori anzichè lodarlo lo accolgono con frasi del tipo “bene, hai fatto il tuo dovere”, “Era ora”, “Avrai sicuramente copiato”…e cos via. Questo comportamento è assolutamente sbagliato. Anche un piccolo sforzo va premiato moltissimo in modo da aumentare il senso di efficacia dei ragazzi, in modo da sviluppare in loro la voglia di continuare su questa strada di impegno e fatica è come dire “Io so che tu ce la puoi fare. Credo in te. Tu sei capace, tu puoi arrivare ovunque vuoi!”.
4. “CI RINUNCIO”. Gli sforzi fatti sono stati tanti e il genitore “getta la spugna”. Inizia l’indifferenza e l’abitudine a un brutto voto, come se non potesse succeder altro che quello. Questo è decisamente deleterio come ci insegna la “profezia che si autoavvera”: continui pensieri che le cose andranno così portano a realizzare le cose realmente come sono state pensate. Probabilmente gli sforzi per un ragazzo non sono quantificabili e quindi, mai abbastanza.
5. “LA SCUOLA NON SERVE A NIENTE!”. Nelle situazioni precarie dove i ragazzi falliscono a scuola, è assolutamente vietato screditare l’istituzione scolastica davanti ai ragazzi: essi già la vivono quotidianamente come un nemico che attacca la loro persona, se poi dovessero anche pensare che la loro famiglia ritiene inutile passare ore a studiare questo potrebbe decisamente portarli a interrompere ogni sforzo. Lo scarso valore riconosciuto alla scuola da parte della famiglia rimane infatti ancora oggi il motivo principale che spinge i ragazzi ad abbandonare IL LORO PERIODO DI FORMAZIONE PERSONALE, SOCIALE E CULTURALE ( =la mia definizione di scuola)