Lucia, Piero e Nicola. Tre personaggi per narrare il carattere di una generazione. Quella dei quarantenni. Crescita, speranze, disillusioni, realtà, amicizia e amore s’innestano nel racconto di questo triangolo di affetti, e non solo, che nasce in Italia ma che gira l’Europa: cinquemila chilometri e un secondo è l’esatta distanza che intercorre tra Lucia e Piero, lei in Norvegia e lui in Egitto, quando a metà dell’opera si cercano, dopo dieci anni dalla loro separazione. Lei incinta, lui in procinto di sposarsi.
Questo romanzo illustrato di Manuel Fior, pubblicato dalla Coconino press – Fandango – in realtà non è recentissimo. La sua pubblicazione risale al 2009, ma la trama, così autentica nel mostrare come le vite s’intreccino costituendo un unicum tra più individui, manifesterà la sua freschezza anche per le prossime generazioni. La fuggevolezza della felicità è la vera protagonista del romanzo, le cui illustrazioni, deliziosi acquerelli, anche quando ritraggono immagini e momenti forti offrono la delicatezza poetica che accompagna i ricordi senza mai scadere nel sentimentalismo nostalgico.
I tre protagonisti "vivono", nonostante il loro continuo sfuggire a loro stessi e ad ognuno degli altri tre. La verità è percepita come un concetto sfuggente. Di sicuro, Manuel Fior nella costruzione di questo romanzo, diviso anche figurativamente grazie ad una pioggia che riesce a comporsi solo nell’ultima parte, ha voluto inserire la sua filosofia di vita. Il suo intendere l’agire quotidiano, dibattuto tra desideri e realtà, tra possibilità e velleità.
Letterariamente parlando, Cinquemila chilometri al secondo, è ben costruito, tanto da riuscire a giocare con il lettore fino alla fine, quando finalmente tutte le informazioni sono state date e si comprendono compiutamente le motivazioni che hanno spinto i tre a dividersi, anche se solo fisicamente e mai con il pensiero. Sicuramente, un invito a vivere con trasparenza il proprio sentire, perché, una vita vissuta fuggendo e senza affrontare le verità è una vita a metà. Lucia, Piero e Nicola ci insegnano proprio questo.Marilena Surdo