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“Cinzia Fontana da sindacalista a renziana” (di Danilo Toninelli, M5S)

Creato il 30 ottobre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

ricevo e pubblico

Comunicato Stampa 18/2014
Roma, 30 Ottobre 2014
“Cinzia Fontana da sindacalista a renziana”
Dopo l’attacco venuto dalla Leopolda al diritto di sciopero, ieri si è passati alle manganellate
contro gli operai delle acciaierie di Terni che manifestavano.
Questa premessa basta da sola a contestare le parole della collega deputata Fontana che
appoggia l’abolizione dell’articolo 18 inserita nel Jobs Act di Renzi.
Con una disoccupazione generale al 13% e giovanile alla quota spaventosa del 44%
(percentuali così alte non si vedevano da quarant’anni) andare a toccare le garanzie previste
dall’art.18, ha in sé qualcosa di autodistruttivo oltre che di profondamente sbagliato.
Perché allora questa scelta scellerata del PD?
Semplice: perché Renzi è sottomesso alla Merkel ed alla regole di austerità che la Germania
sta imponendo a tutti i paesi europei. Quindi non potendo svalutare l’euro, cosa che
rilancerebbe l’economia italiana, Renzi svaluta il lavoro e lo stato sociale (sanità, cultura,
ambiente, trasporti, etc…).
Inutile girarci attorno, non lo dice chi scrive ma lo dicono premi Nobel come Joseph Stiglitz e
Paul Krugman, secondo i quali o si esce dall’euro o ci si indebita in euro. Rimanendo nell’euro
che, per colpa della Germania, non può essere svalutato, si svaluta il lavoro, cioè si abbassano i
salari a livelli di quelli cinesi. Ed è quello che sta cercando di fare Renzi con l’Italia, ed è quello
che è già avvenuto in Grecia ed in Spagna, dove ormai gli stipendi medi si sono dimezzati, ed i
contratti di lavoro non sono più a tempo indeterminato.
Abolire l’art.18 come è previsto nel Jobs Act renziano ha proprio il fine di “cinesizzare” l’Italia.
Altra giustificazione non c’è, infatti è comune il parere che l’abolirlo non comporterà un sol
posto di lavoro in più.
Per questo è necessario un progetto radicalmente alternativo.
Serve cambiare il modello economico e passare dalla finanza all’economia reale, quella delle
persone e delle imprese, quelle del sudore quotidiano e della concretezza.
Serve un nuovo rapporto tra lo Stato e i cittadini, un rapporto di reciproco scambio e di
reciproco aiuto.
Serve un’economia dove le banche siano obbligate a dare credito alle imprese e alle famiglie,
smettendola di giocare in facili arricchimenti speculativi, come accade oggi.
Servono idee ed una nuova visione del futuro.
Cosa che il PD, il Governo Renzi con la complicità di Napolitano, e ora, ahimè, anche l’ex
sindacalista Cinzia Fontana, non hanno e non vogliono avere.
Danilo Toninelli
Deputato Cittadino MoVimento 5 Stelle


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