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Cioccolatino felice

Da Femminileplurale

Cioccolatino feliceQualche tempo fa abbiamo cominciato un progettino sulla genitorialità. Nel capitolo uno ci si chiedeva come mai il senso comune dominante nel nostro Paese pretende che possano avere figli solo le persone (a) eterosessuali, (b) fertili, (c) in coppia – mentre, al contrario, i fatti parlano chiaro: per essere bravi genitori ci vuole molto di più, molto altro, che essere eterosessuali-fertili-accoppiati. Queste caratteristiche assicurano la biologia – ma quando pensiamo alle condizioni ideali per i bambini pensiamo alla genitorialità nel senso più alto, il “prendersi cura di”. Quindi nel primo capitolo ci chiedevamo: perché mai le coppie omosessuali non possono nemmeno essere prese in considerazione per l’adozione? Ovviamente dovrebbero essere sottoposte alle stesse verifiche da parte del Tribunale e dei Servizi cui sono sottoposte le coppie eterosessuali, ci mancherebbe. Lo dice l’articolo 6 della legge 184 del 1983:

«L’adozione è permessa ai coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni tra i quali non sussista separazione personale neppure di fatto e che siano idonei ad educare, istruire ed in grado di mantenere i minori che intendono adottare».

È quel “uniti in matrimonio” che non convince. Perché? Siamo così sicuri che gli omosessuali e i single non possano crescere bambini felici ed equilibrati?

Qui a fianco Barack Obama, con la sua mamma single, rimasta scandalosamente incinta ancora teenager di un compagno d’università. Se questa ragazza fosse stata italiana, se avesse avuto problemi di fertilità, e se si fosse presentata in tribunale per dichiarare disponibilità all’adozione, cosa si sarebbe sentita rispondere? Picche. Non se ne parla nemmeno. Una persona sola per legge non è idonea a crescere un bambino – che sarebbe infelice, insicuro, incompleto e probabilmente votato a una vita di insuccessi.

 


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