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Il caso della CIP di Fidenza.
La CIP, nota a Fidenza come “fabbrica della morte” lascia una pesante eredità sul territorio della città, quando chiude l’attività nel 1973.
In verità per oltre un decennio l’inquinamento viene ignorato, come il classico sporco affrettatamente spazzato sotto il tappeto. Bisogna attendere il 1986 perché un’indagine rilevi la presenza di elevatissime concentrazioni di piombo nell’area ed il problema riemerga nella sua gravità.
Occorreranno più di venti anni perché si giunga finalmente alla bonifica; risultato comunque eccezionale se confrontato con altri casi analoghi.
Tra il 1988 e il 1991 si esegue lo studio geolitologico ed idrogeologico del sito e si certifica l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere che coinvolge anche l’area dell’adiacente ed ancora attiva Carbochimica. In seguito a ciò il sindaco di Fidenza impone il divieto di utilizzo di acqua attinta da pozzi privati nella zona a nord dell’area industriale. Sempre nel 1991, il comune e la
Provincia chiedono alla Regione Emilia Romagna l’inserimento dell’area ex C.I.P. nel piano di bonifica delle aree inquinate (art. 5 l. n. 441/1987).
Successivamente, il Piano Regolatore Generale del Comune di Fidenza approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n. 1470 del 6 dicembre 1996, ha perimetrato l’area ex CIP all’interno di uno strumento urbanistico attuativo denominato “P.P.Log.”, insieme all’adiacente insediamento della Carbochimica s.p.a. ed al podere “Loghetto” di proprietà comunale, con l’obiettivo di
governare in modo unitario la riqualificazione produttiva dell’area immediatamente a nord della ferrovia. Tra il 1996 e il 1998, a seguito di una convenzione tra Regione Emilia Romagna, ENEA, C.C.R. di Ispra e Comune di Fidenza, viene eseguito lo studio di
caratterizzazione del sito industriale29. Si rileva che la contaminazione al suolo si estende fino ad
una profondità di tre metri, ad eccezione di due porzioni denominate “G” ed “R” nelle quali presente rispettivamente una contaminazione da piombo tetraetile, ed una contaminazione da
piombo che si estende anche oltre tale profondità.
Il rapporto definisce gli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell’area, con particolare riferimento alle piscine nelle quali sono stati raccolti i fanghi finali delle lavorazioni contenenti alte
concentrazioni di piombo tetraetile, per le quali si prevede la rimozione, come azione prioritaria.
Quindi, nel 1998, la Giunta regionale approva il “Programma generale degli interventi di bonifica dei siti contaminati, aree pubbliche e aree private” nel quale figura l’area ex CIP e prevede il finanziamento dell’intervento di rimozione delle piscine per un importo di £.1.620.000.000. Si giunge così al 2001, quando a seguito di specifica richiesta dell’amministrazione comunale, la
bonifica dell’area ex CIP, insieme a quella di altre aree inquinate presenti nel territorio comunale, site in località Vallicella, Formio, sedi di discariche dismesse di rifiuti urbani e speciali, ubicate
in aree golenali, presentano inquinamenti di sostanza organica e metalli pesanti ed i fenomeni erosivi dello Stirone ne hanno parzialmente messo a nudo i rifiuti mentre l'area di S. Nicomede, contaminata dalle ceneri dell'impianto di incenerimento dismesso, è ubicata in area esondabile dello Stirone medesimo.
PRINCIPALI CARATTERISTICHE AMBIENTALI.
La litologia superficiale dell'area è costituita da materiali mediamente permeabili (sabbie e limi).
Morfologicamente il sito è collocato in una fascia di alta pianura, solcata da numerosi corsi d'acqua (torrente Stirone, torrente Rovacchia e canale Cavo Venzola). La falda superficiale è situata alla profondità media di 2,5 m sotto il piano campagna, mentre la falda acquifera regionale ha la profondità media di 5,0.
La vulnerabilità della falda e dei corpi idrici superficiali presenti nell'area, l'esondabilità dei corsi d'acqua limitrofi, la collocazione nelle vicinanze del centro urbano di Fidenza, la tipologia e
pericolosità degli inquinanti (piombo tetraetile, IPA) rendono lo stato di compromissione dell'area ad elevato rischio ambientale e sanitario
COSTI DI MESSA IN SICUREZZA E/O BONIFICA.
I costi di interventi di bonifica per le aree è stato stimato in circa 39 miliardi di lire.
La bonifica dell'area Carbochimica, già in parte realizzata, trova la copertura finanziaria per il suo completamento all'interno delle economie disponibili nelle casse della regione Emilia Romagna
derivanti dai finanziamenti PTTA 94/96 con l'erogazione di un contributo di 1.279 miliardi da autorizzarsi da parte del Ministero. I costi degli interventi più urgenti sono stimati paria circa 17,7
miliardi.
Per chi volesse saperne di più consigliamo dal sito delComune di Fidenza, questo link: Storia di una bonifica.
Il 26 giugno del 2001, il consiglio comunale di Fidenza autorizza l’acquisizione, con le modalità ed alle condizioni previste dal Tribunale di Parma, dell’area industriale della ex Compagnia Italiana Petroli Spa, per 40 milioni di lire. Si firma inoltre la convenzione con la Regione che prevede il finanziamento di £ 300 milioni pari a € 154.937,07, a totale copertura della spesa prevista per le attività di progettazione e studio puntuale dell’area; il 30 ottobre successivo le bonifiche di Fidenza accedono ai finanziamenti ministeriali (D. M. 468/2001).
A febbraio del 2002 si espleta la gara per la progettazione della bonifica dell’area ex CIP (40.000 euro) affidata allo studio Zanettini di Parma e iniziano i lavori previsti con il primo step: la
predisposizione del Piano di caratterizzazione inviato il 20 maggio 2002 per la valutazione da parte delle sedi ministeriali competenti. Con decreto del 16 ottobre 2002 “Perimetrazione del sito di
interesse nazionale di Fidenza” sono state individuate le aree da sottoporre ad interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza, bonifica, ripristino ambientale e attività di monitoraggio
individuate nella cartografia ad esso allegata.
Nel 2003, in occasione della conferenza di servizi tenutasi al Ministero dell’Ambiente, il 19 marzo si decide di verificare l’esigenza di interventi di messa in sicurezza d’emergenza relativamente alla rimozione di fanghi e scorie presenti nella
piscina ed in due vasche, allo svuotamento e bonifica di quattro serbatoi interrati ed alla realizzazione di una barriera idraulica per impedire la contaminazione delle acque di prima falda.
Il progetto (1.767.412,80 euro) viene inviato alla Regione per accedere ai finanziamenti.
Espletata la gara d’appalto per i lavori, la ditta aggiudicatrice risulta la S.E.A.L. s.r.l. con sede in Livorno che il 15 ottobre inizia i lavori di cantierizzazione di messa in sicurezza dell’area ex CIP.
Quindi il processo di bonifica avanza abbastanza speditamente: nel marzo del 2004 si tiene la conferenza di servizi presso il ministero dell’Ambiente per l’approvazione del progetto preliminare
di bonifica dell’area ex CIP, concordando sulla necessità di sottoporre ad interventi di messa in sicurezza d’emergenza anche l’area di Carbochimica s.p.a. e di integrare la messa in sicurezza già in corso nell’area di proprietà comunale denominata ex CIP.
Nel 2005 il Comune acquista Carbochimica e dà il via alle opere urgenti di messa in sicurezza, mentre a fine settembre viene dichiarato approvabile dalla conferenza ministeriale il progetto
definitivo di bonifica dell’area ex CIP e vengono individuati ulteriori e conclusivi interventi da eseguire in emergenza all’interno dell’area.
Nel 2006 si concludono le messe in sicurezza di emergenza dell’area ex CIP che corrisponderebbero a circa il 70% dell’intervento di bonifica e si completa l’integrale demolizione dell’area di cui viene lasciata come ricordo del suo passato
industriale la sola torre dell’acqua.
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