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Cipro e la possibile svolta del Mediterraneo seconda parte

Creato il 05 luglio 2012 da Lamiaeconomia
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Cipro e la possibile svolta del Mediterraneo seconda parte
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Il progetto di una Comunità mediterranea dell’energia, dunque, sembra destinato a rimanere un sogno. Intanto a luglio ricorre il sessantesimo anniversario della ratifica del trattato di Parigi, che ha sancito la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) tra Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo, ad appena sei anni di distanza dalla fine della Seconda guerra mondiale. Nei settant’anni precedenti Francia e Germania avevano combattuto l’una contro l’altra in tre guerre diverse e le ultime due avevano distrutto le economie del continente europeo e decimato la popolazione. 

Il sentimento di ostilità tra Parigi e Berlino era profondo almeno quanto lo è oggi quello che separa i paesi del Mediterraneo orientale. Ciononostante nel 1950 il ministro degli esteri francese Robert Schuman e il suo consigliere Jean Monnet annunciarono un piano per creare la Comunità europea, appena cinque anni dopo che le truppe tedesche avevano lasciato Parigi. Il loro obiettivo era quello di rendere una nuova guerra “non solo impensabile, ma anche materialmente impossibile”. Robert Schuman propose di creare un’autorità comune per gestire la produzione di carbone e acciaio, impedendo in questo modo ai due paesi di utilizzare uno contro l’altro le materie prime destinate all’armamento. Quella proposta ha sancito la nascita di un’economia industriale comune e la Ceca è diventata il cuore dell’Europa unita.
Oggi l’Unione europea è alle corde, ma basterebbe che i suoi leader sposassero nuovamente una diplomazia audace per riavviare le economie dell’Ue e in particolare dei paesi del Mediterraneo, trasformando le politiche energetiche di Europa e Asia. Se il Parlamento europeo e il Consiglio europeo regolassero il commercio diretto dell’Ue con Cipro del nord attraverso il sistema della maggioranza qualificata (evitando in questo modo il costante veto di Nicosia), l’Unione potrebbe stabilire relazioni commerciali con Cipro del Nord e la Turchia potrebbe cominciare a fare affari con Cipro nella sua interezza. Di questo passo si potrebbe creare una cooperazione energetica tra Turchia, Cipro e Grecia, che a sua volta rappresenterebbe un incentivo alla riappacificazione tra Israele e Turchia.
Per cristallizzare il piano Schuman ci sono voluti due anni, e prima che fosse realizzato è passato un decennio. Ma quel progetto ha dato agli europei, devastati dalla guerra e disperatamente poveri, una visione positiva del futuro. Qualcosa di cui oggi Grecia e Cipro hanno disperatamente bisogno, per non parlare del Medio Oriente e del Nordafrica. I leader europei non riusciranno a superare questa crisi imponendo sofferenze e privazioni ai loro cittadini. Servono provvedimenti concreti – con la Grecia come partner paritario – per creare un’idea solida e incoraggiante del futuro dell’Unione europea. Gli europei non hanno la regina Elisabetta. Ma potrebbero bastare un nuovo Schuman e un nuovo Monnet.
Fonte: Project Syndicate
Dott. Fabio Troglia 
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