prelievo conti correnti cipro
Già da tempo la situazione finanziaria di Cipro non era la più rosea: le banche cipriote sono da tempo sotto stress finanziario. L’isola è un paese con una fiscalità leggera con il suo 10% di imposte sulla sulle società spesso è stato crocevia per il riciclaggio di fondi neri provenienti dalla Russia. Dati i problemi del bilancio pubblico di Cipro l’Unione Europea si è vista costretta ad intervenire con un piano di salvataggio. Come è ovvio i principali contribuenti di questa operazione saranno i tedeschi e non è per niente facile in questo anno elettorale, per una coalizione di governo, giustificare facilmente l’esborso di soldi tedeschi per salvare un paese mediterraneo, sul cui sistema bancario tra l’altro pesa la brutta fama di riciclo di denaro estero attraverso società offshore. Nonostante Cipro rappresenti appena lo 0,2% del PIL dell’Unione Europea però, un fallimento del suo sistema bancario o dello stato in sè implicherebbe pesanti ripercussioni soprattutto sui paesi ancora finanziariamente fragili come Spagna e Italia.
Non esiste nessun pasto gratis e quindi i finanziatori della Troika (Bce, Fmi e UE) pretendo in cambio di 10 miliardi di aiuti, che il governo cipriota adoperi delle privatizzazioni per una valore di circa un miliardo e mezzo di euro, un innalzamento di due punti e mezzo dell’aliquota societaria, che passerebbe dal 10 al 12,5% portandosi al livello dell’Irlanda, ma soprattutto un prelievo forzoso dai conti correnti. Stamani, mentre alle banche cipriote è stata imposta la chiusura si discute per la ratifica del piano di aiuti che imporrebbe il prelievo coatto del 6,75% da ogni conto al di sotto del 100000 euro e del 9,9% per i conti correnti superiori a questa cifra. Il Permier russo Medvedev ha subito gridato alla confisca (di patrimoni russi) e si è detto pronto a sostenere cipro con un piano di aiuti da 2,5 miliardi targato Mosca. Nel frattempo le borse europee crollano affossate dai titoli bancari. In Italia Unicredit ha perso il 4,5 % stamattina, così come Intesa San Paolo più del 3,5% per non parlare del Monte dei Paschi che ha toccato il minimo da due mesi. Se queste manovre avessero di per sé solo messo in sicurezza il sistema bancario di per sé ci sarebbe da festeggiare: invece non è così. Le borse non risalgono perchè questa è una mossa senza precedenti e di per sé il prelievo coatti dal conto corrente è un estrema ratio, molto più simile ad una rapina che a una tassa. Ovviamente anche in questo ambito l’Italia fa da apri-fila e difatti anche nella crisi finanziaria del 1992 vi fu un prelievo coatto dai risparmi degli Italiani ad opera del Governo Amato, ma solo del 6 per 1000 e quindi l’opinione pubblica lo digerì lo percepì meno violentemente. Un’azione di questo tipo, in questa misura, mette, seriamente sotto attacco alcuni “Tabù” e in un futuro potremmo pentircene. Da segnalare è il fatto che nell’arco di una settimana siano stati portati fuori dall’isola capitali per circa 4,5 miliardi di euro. Domani l’accordo con la Troika arriverà nel parlamento cipriota, gli analisti chiacchierano e gli speculatori… beh.
Articolo di Francesco Boccardo.