CIPRO: Viene prima l’unificazione o l’integrazione?

Creato il 12 ottobre 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

di Ilaria Vianello

Pochi metri da attraversare, un banale controllo dei documenti e una rapida procedura per ottenere il visto: attraversare Nicosia, ultima città divisa d’Europa, sembra essere una semplice procedura amministrativa. Una facile procedura che cela però una barriera difficile da oltrepassare, la barriera psicologica del ricordo, delle sofferenze e delle paure vissute. Una barriera invisibile ma con la quale sembra inevitabile scontrarsi.

Il centro di Nicosia, capitale della Repubblica di Cipro, è diviso a metà. A sud del muro la Repubblica di Cipro, dall’altra parte l’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro Nord riconosciuta solamente dalla Turchia. Nicosia e l’intero Stato sono divisi da ormai trentasette anni. Nel 1960 Cipro ottiene l’indipendenza e si libera del suo status di colonia britannica. Grecia, Turchia e Gran Bretagna diventano garanti della sua indipendenza.1 Nel 1974 il presidente cipriota Makarios viene messo in fuga da un colpo di stato guidato e supportato dalla Grecia, che in quello stesso periodo, sotto la dittatura dei colonnelli, perseguiva una politica desiderosa di annettere tutte le isole greche (“enosis”). Alla luce di questo evento, il 20 luglio 1974 la Turchia, garante dell’indipendenza di Cipro, la invade militarmente.

La Repubblica di Cipro e la Repubblica Turca di Cipro Nord sono rimaste ermeticamente separate fino al 23 Aprile 2003, quando le autorità turco-cipriote hanno aperto tre nuovi valichi lungo la “linea verde”.2 Circa un anno dopo, il 24 Aprile 2004, alla popolazione greco-cipriota (a sud) e turco-cipriota (a nord) è stato chiesto di esprimersi tramite referendum, sulla loro eventuale adesione al piano di Kofi Annan che prevedeva la riunificazione di questo Stato. Il referendum si è rivelato fallimentare. I greco-ciprioti, al contrario dei turco-ciprioti, votarono a sfavore della riunificazione.3 Le ragioni sono svariate, ma possono essere ricondotte a tre principali cause. La prima è legata all’inadeguata restituzione delle terre di proprietà dei greco-ciprioti che vivevano nel nord dell’isola prima dell’invasione turca.4 La seconda si riconduce al ricordo delle violenze e della migrazione forzata del 1974, ricordi che fanno ancora parte integrante della vita dei cittadini di Cipro.5 La rabbia per non poter ritornare a vivere nelle proprie case e il dolore per le sofferenze passate impediscono ai greco-ciprioti da attraversare il muro che segna il confine tra le due comunità che avevano convissuto fino al 1974. Infine, la certezza dell’adesione di Cipro all’ Unione Europea nel Maggio 2004 è stata un altro fattore che ha disincentivato i greco-ciprioti a votare a favore della riunificazione dell’isola.

Le ragioni che hanno spinto i greco-ciprioti a votare a sfavore della riunificazione non devono essere sottovalutate nella prospettiva di un nuovo referendum. Il ministro degli affari esteri turco, Ahmet Davutoglu, nel luglio di quest’anno ha parlato di un possibile referendum da tenersi nei primi mesi del 2012, affinché una soluzione alla divisione dell’isola possa venir trovata prima che la Repubblica di Cipro assuma il turno di presidenza del Consiglio dell’ Unione Europea.6 Nonostante tale mossa possa essere vista come una proposta azzardata, fatta con lo scopo di rilanciare il tavolo delle trattative e sbloccare il processo, un referendum affrettato sulla riunificazione dell’isola comporta un rischio elevato. Un altro ‘no’ alla riunificazione sarebbe un secondo rifiuto, un secondo muro che rallenterebbe in maniera significativa future negoziazioni per una Cipro senza confini interni. L’unione tra le due comunità deve nascere da un processo d’integrazione dal basso di quest’ultime. Ciprioti, greci, turchi e tutta la società civile devono essere messi al centro del processo di riunificazione.

Sette anni dopo il fallimentare referendum sul piano Annan la barriera psicologica che separa le due comunità è ancora palpabile. Nonostante ciò, molte cose sono cambiate. I valichi nel muro che separa l’isola sono ora cinque, la situazione economica dell’autoproclamata Repubblica di Cipro del Nord è significativamente migliorata e i fondi europei, atti a finanziare le attività di UNDP (il programma di sviluppo delle Nazioni Unite), con lo scopo di stimolare l’integrazione delle due comunità, sono consistenti.7 Dunque, prima di proporre un nuovo referendum è forse meglio continuare su questa strada. La rimozione della barriera psicologica che separa le due comunità, attraverso un processo di riconciliazione delle parti, è necessaria affinché la popolazione si senta pronta a dire ‘sì’ alla riunificazione. Questa è la sfida che attende nel prossimo futuro i ciprioti.

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1Article II of the 1960 Guarantee Treaty: ‘ Greece, Turkey, and the United Kingdom, taking note of the undertakings of the Republic of Cyprus set out in Article I of the present Treaty, recognise and guarantee the independence, territorial integrity, and security of the Republic of Cyprus, and also the state of affairs established by the Basic Articles of its Constitution. Greece, Turkey, and the United Kingdom likewise undertake to prohibit, so far as concern them, any activity aimed at promoting, directly or indirectly, either union of Cyprus with any other State or partition of the Island.’

2 ‘Cipro l’ultimo muro del mediterraneo’, Osservatorio Balcani e Caucaso, 12 Maggio 2005, http://www.balcanicaucaso.org/aree/Cipro/Cipro-l-ultimo-muro-nel-Mediterraneo; ‘Emotions as Cyprus borders opens’, BBC news, http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/2969089.stm.

3 Turchi Ciprioti: 64,90% SI affluenza 87%; Greci Ciprioti 75,83% NO affluenza 88%.

4 C. Palley: An International Relations Debacle: The UN Secretary-general’s Mission of Good Offices in Cyprus 1999-2004. Hart Publishing (2005), p. 224.

5Yrd. Doç. Dr. Muzaffer Ercan Yilmaz: ‘THE CYPRUS CONFLICT AND THE ANNAN PLAN: WHY ONE MORE FAILURE?’ Balıkesir Üniversitesi, Bandırma İİBF, Uluslararası İlişkiler Bölümü.

6 “We hope to find a solution to the Cyprus problem by the end of the year, and hold a referendum in the early months of next year so that Cyprus can take on the presidency of the EU as a new state that represents the whole island,” Davutoglu said. Turkey seeks Cyprus Referedum in 2012, Aljazeera, http://english.aljazeera.net/news/europe/2011/07/201179152527529201.html


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